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Invernizzi/Sagem: se 50 euro vi sembrano pochi, c’è sempre quello Porsche

15/05/2008

Gli ultimi nati si chiamano ‘So Ice’ e ‘my730C’. Sono i cellulari presentati ieri da casa Sagem a Milano. Azienda francese che gode di ottima fama tra retailer e operatori telefonici, ma che forse è meno conosciuta al grande pubblico. Almeno come brand. Perché, a giudicare dalla sesta posizione a livello mondiale, le vendite dei suoi prodotti non vanno poi male. Merito del rapporto qualità e prezzo, con telefonini che a partire da 50 euro sanno anche soddisfare il design. Pur sottolineando la particolarità italiana, dove il mercato non è completamente sussidiato dagli operatori. Come a youmark racconta Mauro Invernizzi, managing director. 

Il che fa la differenza perché lavorare con gli operatori è la via per arrivare dritti al mercato. Con il nostro paese a non essere così semplice da gestire, obbligando le aziende a un confronto diretto. Il che non va poi male. Specie per una realtà che ha deciso di coprire un preciso segmento, quello del miglior prezzo per la massima prestazione, offendo in distribuzione prodotti che sembra non deludano mai le aspettative, portando chi li prova a non mollarli. 

Puntando molto sull’aiuto del retail per farsi conoscere, visto che in televisione non ci sono ancora stati. Con l’Italia a rappresentare un mercato anomalo, non completamente sussidiato dagli operatori. Al punto che la strategia ha ampliato la diversificazione di proposte, tutte focalizzate nella soddisfazione della fascia entry level di ciascuna categoria. 

In Europa, invece, le cose cambiano grazie alla collaborazione con alcuni dei più importanti operatori, per cui si produce a loro marchio. Ne è esempio Vodafone, per il quale a breve saranno lanciati 3-4 nuovi cellulari. 

Senza dimenticare, poi, il nuovo telefono realizzato per Porsche Design, il cui prezzo è emblematico, andando al pubblico a circa 1.200 euro. Significativa anche la tecnologia, che annovera il riconoscimento dell’impronta digitale, di cui Sagem è leader mondiale. Così come la realizzazione, secondo le stesse particolarità delle macchine di casa Porsche. 

In quanto a comunicazione, poi, stretto è il dialogo con l’head quarter, che definisce campagne e strategie, pur lasciando poi a ogni paese la discrezionalità di risposta. Che in Italia si traduce nella preminenza degli investimenti in trade marketing, perché l’obiettivo è far capire il prodotto ai rivenditori. Che oggi rappresentano i diversi canali, dalla grande distribuzione allo specializzato.

 

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