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E-Commerce in Italia 2012, la ricerca di Casaleggio Associati e Adobe System

18/04/2012

Casaleggio Associati, in partnership con Adobe Systems presenta la ricerca 'E-commerce in Italia 2012', andamenti, trend di sviluppo e strategie di un mercato in crescita. Dallo studio risulta che l’e-commerce in Italia ha un valore stimato di circa 19 miliardi di euro nel 2011. I settori principali sono tempo libero (principalmente giochi d’azzardo) che rappresenta quasi metà del mercato (56.9%), turismo (24.8%) e assicurazioni (5,9%). Le aziende italiane hanno ancora una presenza limitata sul mercato internazionale.

Rispetto al passato si avverte una maggiore esigenza di ampliare il business verso l’estero, non solo per accrescere il proprio fatturato, ma anche per crearsi delle economie di scala sufficienti a contrastare la concorrenza internazionale. Il 33% delle aziende non vende i propri prodotti o servizi fuori dall’Italia, mentre il restante 67% è presente sul mercato internazionale con modalità differenti. L’attività di vendita all’estero è gestita direttamente dal 54% delle aziende unicamente attraverso il proprio sito in lingua italiana (24%), o attraverso siti in più lingue (25%). Il 5% possiede strutture o sedi all’estero. Il 13% opera a livello internazionale in quanto è parte di un gruppo multinazionale.

Attualmente le aziende distribuiscono il budget di marketing e comunicazione focalizzandosi prevalentemente nelle attività di keyword advertising, al quale viene assegnato mediamente il 23% delle risorse disponibili e di Seo (17%). All’e-mail marketing viene destinato in media il 12% delle risorse, seguito da attività sui social media (11%) e presenza nelle aree di shopping o siti comparatori di prezzi, come Kelkoo o Virgilio Shopping (11%).

I valori più bassi si riscontrano per le attività legate ai media tradizionali (stampa, televisione, radio) e per gli investimenti in banner e sponsorship. I paesi in cui le aziende italiane sono presenti in misura maggiore sono Germania, Francia e Svizzera, seguite da Spagna, Regno Unito e altri paesi dell’area nord-europea. La presenza di operatori italiani è invece ancora molto limitata nel continente asiatico (Giappone, Cina e altri Paesi orientali), in Africa e America Latina.

 

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