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L’intervista di Natale ad Alessio Fronzoni

21/12/2009

Che non teme un taglio di baffi, la sua forza, infatti, risiede altrove. Amando citare la di Gramsci massima ‘con il pessimismo della ragione e l'ottimismo della volontà’ per sintetizzare quanto dovrebbe per tutti significare l’anno nuovo in arrivo. Rifiutandosi di dire grazie al fato, perché il caso ognuno deve andarselo a cercare. Anche la comunicazione, per la quale ‘migliorabile’ è l’aggettivo da lui più citato, unitamente a competenza, determinazione, grande passione. 

Chi è Alessio Fronzoni
Un manager che ama raccontarsi dalla fine. Parte, infatti, dal giugno 2007, che inaugura la sua storia di ceo Lowe Pirella Fronzoni, dopo l’esperienza (2006 - 2007) come chairman e ceo nel Gruppo Dimensione Danza, affiancandosi la qualifica di azionista e consigliere di amministrazione in Elite Aviation (attività di elitaxi, scuola di pilotaggio, lavoro aereo e hangaraggio di elicotteri di terzi). 

Tra il 1987 e il 2005 è chairman e ceo Leo Burnett Company, vice chairman europe/middle east/ Africa, membro del comitato esecutivo mondiale (HQ - Chicago), membro del comitato esecutivo Emea. (RHQ- London) , responsabile mondiale Leo Burnett del cliente Fiat. Sino a llasciare, nel 2005, la compagnia con la miglior lista clienti per dimensioni e per reputazione in tutta l’organizzazione (Philip Morris, Fiat, Kellogg’s, The Coca Cola Company, McDonald’s, Poste Italiane, Procter & Gamble solo per citarne alcuni). Ricordando che, assieme ad altre tre agenzie, si fondò anche il centro meida Starcom, di cui Fronzoni fu consigliere di amministrazione.

E’ stato anche consigliere e vice presidente eletto nel consiglio direttivo Assap (Associazione Italiane delle Agenzie di Pubblicità) per lunghi anni, e dal 1992 al 1996 ne fu pure vice-presidente, portando avanti anche il progetto Certificazione Qualità secondo gli Standard Iso 9001- Iso 9002.

Dal 1994 al 2005 è stato parte del board Peggy Guggenheim Collection Intrapresae (Venezia), contribuendo a livello consultivo e realizzativo a vari progetti riguardanti la gestione del Museo e l’ampliamento degli spazi espositivi (Progetto Museo 'Alle Dogane', Fund Raising, supporto al Management PGC Italia)

Gli anni che vanno dal 1983 al 1987 lo vedono in J. Walter Thompson Italia, quale membro del consiglio di amministrazione, ma anche ad della Subsidiary Conquest Europe e responsabile del Brand Jwt in Italia con incarichi speciali sia su clienti Internazionali che dello sviluppo dell’agenzia nella posizione di Business Development Director (fra i Clienti acquisiti: Benetton, Bayer, Black & Decker, Plasmon, Bertolli DeRica).

1979 - 1988, consulenza di marketing strategico, con la responsabilità anche del marketing operativo ho contribuito allo sviluppo del business di aziende italiane che intendevano espandersi all’estero (Montenegro, Farmitalia, Faema) e di aziende nordamericane che pianificavano l’introduzione/rilancio dei loro marchi nel nostro Paese (Scholl’s, Noxema, Neutrogena, Creed, Kiehl’s).

1978 - 1979 Cheeseborough-Pond’s Italia (Unilever), marketing director new products. Responsabile di 14 product manager dedicati all’identificazione delle opportunità, la progettazione dell’intero mix e il lancio di nuovi prodotti nel segmento cosmetici, personal care e detergenti. A questa funzione facevano anche capo quei marchi che, per la loro particolarità venivano considerati Existing New Products.

1976 - 1978 Generali Supermercati (GS), assistente del direttore acquisti e marketing. A questa funzione facevano capo alcune fra le più strategiche aree di sviluppo dell’azienda: Consumer Research, Promotions e soprattutto le nascenti Marche Private GS (Private Label o Produits Libre) che erano appena state create/lanciate in Uk e Francia dalle principali catene Retail.

1974 - 1976 Colgate Palmolive Italia. Brand manager Palmolive Soap. Entrato con la responsabilità della gestione della marca più importante dell’azienda, grazie ai risultati conseguiti, veniva successivamente promosso a responsabile dell’intera Toilet Soap Category (che contribuiva per oltre un terzo ai profitti totali della società italiana)

 

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