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La ricerca Jwt Usa
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Ritorno al passato, gli americani bocciano l’oggi

12/05/2008

L’idea è venuta a Jwt Usa. Capire come gli americani percepiscono il valore del brand Usa, investigando il periodo in cui sceglierebbero di vivere tra passato, presente e futuro. Un arco temporale che va dal 1957 al 2017, passando attraverso glorie e dolori della grande potenza. Che oggi non convince più come un tempo, visto che ben 2/3 degli intervistati farebbero cambio, tornando a ieri. Anche perché, per la maggior parte di loro è fondamentale cosa il mondo pensa. E il giudizio più diffuso non è così benevolo come un tempo. 

Una ricerca svoltasi online, lo scorso dicembre, coinvolgendo 843 persone, con focus sui quarantaduenni, chiede agli americani di esprimersi giudicando il proprio paese attraverso la scelta del periodo in cui viverlo. 

La sintesi conclusiva non lascia dubbi. Questa America non piace più come un tempo, non convincendo ben i 2/3 dei suoi cittadini, che tornerebbero volentieri indietro. Più gettonati gli anni ’50, con il 1957 a definire le preferenze del 24% del campione, contro il 13% del 1967, il 10% del 1977, l’11% del 1978, andando le possibilità di scelta di decennio in decennio. 

Con il futuro a dimostrarsi ancora meno allettante del presente, perché il tasso di aleatorietà direttamente risente delle medesime logiche contemporanee da cui fuggirebbe volentieri. E le cause sono abbastanza ovvie. Soprattutto per un paese patriottico come questo, per il quale è basilare essere orgogliosi di appartenere. 

Ad intaccare la reputazione e la desiderabilità del brand Usa più elementi. Dalla discutibile politica estera al governo, dalla politica alla gestione dell’immigrazione. Ma anche lo scarso impegno nei confronti della sostenibilità, dell’ambiente, della conservazione del pianeta. Senza dimenticare le critiche al sistema sanitario e le tensioni razziali. 

Istintivo chiedersi cosa succederebbe se la medesima ricerca fosse svolta in Italia. Anche se i risultati sono più che prevedibili. Specie in merito all’insoddisfazione per la situazione attuale. E chissà se scopriremo che le difficoltà contemporanee anziché dividere uniscono, facendo nascere un nuovo patriottismo tutto nostrano. Alla maniera di ‘si stava meglio quando si stava peggio’, come direbbe qualcuno.

 

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