Papini/Conte of Florence: un flagship store a Milano
07/04/2008
Un’azienda italiana che vuole riguardare all’estero. Contando oggi su un fatturato di 41,7 milioni di euro, solo per il 18% imputabile all’internazionale. Nonostante Conte of Florence continui a godere di grande awareness nel mondo. Anche grazie alle scelte in tema di sponsorizzazioni, tra cui, ad esempio, quella del Ponte Vecchio Challenge, competizione golfistica giocata sull’Arno. Così come altrettanto strategiche sono distribuzione e comunicazione, che costa il 10% del fatturato. Non a caso, per il 2009, è prevista l’apertura del primo flagship store a Milano e la riattivazione delle campagne stampa all’estero. Come a youmark spiega Alessandro Papini, brand manager Conte of Florence.
Una tavola ben apparecchiata. Così descrive la situazione di questa azienda. A presagire l’apertura con cui vengono vagliate le prospettive. Anche perché il mercato dello sportswear è tutt’altro che facile. Bersagliato dai concorrenti, su più fronti, a diversi livelli.
Dal numero uno Ralph Loren, a Gant, Lacoste, sino a North Sails. Con la ricchezza della collezione Conte of Florence a rappresentare punto di forza e di discussione, essendo talvolta tentati a ridurla, anziché rivolgersi a golf, neve e sportswear. Ma alla fine a vincere è la sfida. Come dimostra la recente ridefinizione del target, andando a giocare un ruolo competitivo diretto contro i principali player.
Puntando molto sulla distribuzione. Per dare un segnale forte, infatti, il 2009 vedrà la nascita del primo flagship store a Milano, così come di recente è stato concluso l’accordo con Coin per la nascita di numerosi shop in shop.
Altrettanto focale la comunicazione. Per la quale si investe il 10% del fatturato. Comprendendo in essa anche le sponsorizzazioni e la realizzazione del magazine aziendale. Che vanta 125.000 copie di tiratura e che è stato di recente rivisitato, considerata la sua importanza ai fini della gestione del rapporto con il target, rifuggendo il catalogo.
E se sino al 2007 la comunicazione era stata gestita in partnership con Ogilvy e MindShare, oggi è direttamente curata da una struttura creata all’interno.
Intendendo anche riappropriarsi del contatto con l’estero. Tanto che dal 2009 è previsto il riavvio internazionale della campagna stampa. Sarebbe un peccato, infatti, non tradurre in business l’awareness di cui questa azienda gode un po’ ovunque.
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