Chelli/Nespresso: è il latte il nuovo ‘What else?’
19/03/2008
Per fidelizzare al club, ma anche per allargare a nuovi consumatori. Così il 2008 apre all’insegna della nuova Lattissima, allargando la tecnologia alla schiuma. In una logica di democratizzazione del lusso, garantita dalle varianti di gamma. Per un business che cresce del 70-80% l’anno, con l’Italia a contare sempre di più. Nonostante la boutique più grande sia quella aperta lo scorso dicembre a Parigi, dedicandoci ben 2.000 mq. Con l’obiettivo di creare brand exprerience, perché all’awareness ci pensa ancora Clooney. Sempre con McCann Erickson, sempre da Parigi. Youmark ne parla con Francesca Chelli, ad e direttore generale Nespresso Italia.
E pensare che fu l’Italia a stuzzicare la mente di un ingegnere svizzero alla ricerca del perché il nostro caffè fosse così buono. Ne nacque un business. Che ora è una della punte di diamante del ‘portafoglio’ Nestlè. Con l’Italia ad appropriarsene solo nel ’99, mentre in Svizzera lo si beveva già da tredici anni.
Stiamo parlando di Nespresso. Caffè porzionato unico nel suo genere agli esordi, con numerosi proseliti oggi. Che non preoccupano, visto che questo mercato fa trend, lasciando posto a tutti.
Sebbene qui si parla di un mondo. Quello di un club. Delle boutique, che hanno definito l’anima di questo brand. Presente ormai in cinquanta paesi. Con la più grande inaugurata lo scorso dicembre a Parigi, mentre in Italia sono a Milano, Roma, Torino, Bologna e Firenze, con programma di sei nuove aperture nel 2008, tra cui Genova e Catania. Tutte rigorosamente all’insegna del design che caratterizza la marca, definendo in modo centralizzato vetrine e merchandising.
Con la trilogia di prodotto, tecnologia e servizio a rafforzarsi, ognuno non potendo esistere senza l’altro. Mantenendo il controllo dell’intera catena del valore, dalla produzione alla distribuzione, trasferendo ai clienti le valenze del brand.
Che in advertising fa parlare George Clooney, insinuando nelle menti il tormentone ‘What else?’. Senza smania di protagonismo, in un equilibrio che lascia parola alla marca, sfruttando di lui eleganza, autoironia, sensualità, glamour. Il tutto a firma Mccann Erickson Parigi.
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