L’Italia e il mobile payment, l'analisi dell’Osservatorio Nfc & Mobile Payment
10/02/2012
Ci sono occasioni che il nostro paese deve saper cogliere, quando lo scenario si presenta promettente e i tempi maturi, risolvendo eventuali paradossi. E’ il suggerimento avanzato nel corso del convegno ‘Mobile Payment in italia: se non ora, quando?’ tenutosi ieri al Campus Bovisa per presentare i risultati della ricerca dell’Osservatorio Nfc & Mobile Payment della School of Management del Politecnico di Milano. Giunto al suo terzo anno, l’Osservatorio affronta, infatti, l’ambito dei pagamenti elettronici attraverso il dispositivo cellulare, in cui l'Italia è tra i primissimi paesi al mondo per penetrazione dei dispositivi (48 milioni di utenti, 44% dei dispositivi ‘smart’, 16 milioni di mobile surfer) e tra gli ultimi (nel mondo occidentale) per utilizzo dei pagamenti elettronici (25 milioni di utenti di carte di pagamento, 90% delle transazioni ancora in contante).
Il pagamento via dispositivo mobile può essere parte di un processo commerciale che si sviluppa interamente sul canale mobile (mobile commerce) oppure parte di un processo commerciale multicanale. In questo ultimo caso si distingue tra mobile remote payment (quando il cellulare consente di effettuare pagamenti utilizzando la rete cellulare) e mobile proximity payment, quando si abilitano con il cellulare pagamenti di prossimità utilizzando tecnologie di trasmissione a corto raggio (ad esempio utilizzando un cellulare Nfc Near Field Communication su Pos contactless). Sono 23 milioni gli utenti (il 76% degli italiani tra i 18 e i 54 anni) che nel 2011 hanno effettuato almeno un pagamento via mobile per un valore totale di 700 milioni di euro.
Oltre 500 milioni riguardano l’acquisto di contenuti digitali (mobile content) ricariche telefoniche o donazioni, 80 milioni afferiscono al mobile commerce di beni e servizi mentre mostra una limitata diffusione e un’implementazione tutta da realizzare il proximity payment, nonostante la presenza di qualche iniziativa interessante. La situazione è sicuramente figlia delle abitudini di spesa degli italiani che preferiscono il contante, con il 90% (fonte Banca d’Italia 2010) delle transazioni regolate in contante a fronte di circa l'80% in Europa (Fonte Bce 2010).
Sono 25 milioni gli italiani con una carta attiva, nonostante il numero elevato di carte in circolazione - 82 milioni nel 2010 (Fonte: Abi 2010), gli italiani non utilizzano la moneta elettronica per gli acquisti di tutti i giorni, come confermato dal ridotto numero di transazioni annue per abitante (25 in Italia contro 63 in media in area euro) e dall'elevato valore medio di ogni singola transazione (80 euro verso 52 euro in area euro) - fonte Bce 2010, il valore delle transazioni con carte di pagamento è ‘stazionario’ dal 2006 al 2010, oscillando tra i 120 e i 130 miliardi di euro (fonte Bce 2010) e, a seconda delle diverse declinazioni del mobile payment, delinea scenari e sviluppi differenti.
Il mobile commerce e il mobile remote payment mostrano infatti una tecnologia matura e largamente disponibile, sebbene in continua evoluzione. Esempi del secondo tipo (Mrp) negli Usa sono stati l’applicazione di Fandango (vendita di biglietti cinematografici), scaricata da oltre 20 milioni di utenti, l’applicazione mobile di Starbucks (ordinazioni in coda), con oltre 30 milioni di transazioni in un anno, mentre in Francia ha riscosso successo (3 milioni di download) l’applicazione mobile di Sncf tramite cui è stato acquistato il 3% dei biglietti ferroviari.
In Italia ci sta provando il Consorzio Movincom con 20mila biglietti venduti dalla sola Ata di Firenze. Le Telco italiane, inoltre, si sono riunite in MobilePay con l’obiettivo di creare una piattaforma unica per i pagamenti via mobile. Alcuni player dell’offerta, infine, stanno sperimentando nuove soluzioni che usano i QrCode per avvicinare il mondo remote a quello proximity (PlainPay di Auriga, Up Mobile di Banca Sella e BeMoov del Consorzio Movincom). In Italia il Mrp nel 2011 ha registrato una crescita del 35%, tuttavia il transato è ancora contenuto. Tutto dipenderà dalla capacità degli esercenti di includere il canale mobile nelle loro strategie di vendita e sfruttare le peculiarità del canale, ovvero ubiquità spaziale, disponibilità temporale e semplicità di fruizione.
Il mobile proximity payment (Mpp) invece, sebbene presenti un potenziale di pervasività più elevato (coinvolgendo tutte le relazioni commerciali nei punti di vendita fisici), mostra una tecnologia sì matura e nativamente inclusa nei nuovi dispositivi immessi sul mercato, tuttavia non ancora adeguatamente diffusa in termini di Pos Contactless né di cellulari dotati di Nfc. Inoltre, la possibilità di rendere il servizio fruibile su qualsiasi cellulare, con qualsiasi strumento di pagamento e qualsiasi operatore telefonico può essere garantita soltanto dall’attuazione di modelli collaborativi tra gli operatori dell’offerta.
Come accaduto all’estero con Cityzi, progetto nato dalla collaborazione dell’intero ecosistema francese, Cep-T Cuzdan, avviato in Turchia da Turkcell, Quick Tap, sviluppato da Orange (ora Everything Everywhere) e Barclaycard. Anche tra le Banche si annoverano casi simili tra gli Ott (Over The Top): Google, che ha lanciato un borsellino elettronico Nfc negli Stati Uniti e Paypal, che sta sperimentando alcuni schemi di pagamento di prossimità nel nord Europa. Infine, in diversi paesi, in Usa come in Europa, sono stati annunciati accordi di collaborazione tra le Telco per la creazione di piattaforme interoperabili per il Mpp.
In Italia si registrano per ora alcune sperimentazioni. Il progetto dell’azienda dei trasporti Atm di Milano in collaborazione con Telecom Italia, che consente di pagare l’abbonamento ai trasporti pubblici con Paypal su sito ottimizzato per mobile e accedere ai mezzi avvicinando il telefono ai tornelli e la sperimentazione ‘Move and Pay’ avviata da Intesa Sanpaolo basata su cellulari Nfc. Tali iniziative mostrano un’offerta ancora in fase di formazione e consolidamento ma anche segnali di consapevolezza che per il mobile proximity payment i tempi siano maturi. Anche la tecnologia si è consolidata e si prevede che nel 2015 potrebbero esserci tra i 20 e i 25 ml di smartphone Nfc nel nostro paese.
I numeri stimati per il mercato Italiano del Mpp confermano che puntare su un modello collaborativo genererà per il sistema Telco-Banche ricavi sufficienti per coprire investimenti e costi operativi. In un contesto simile il mobile payment può davvero costituire un fattore di innovazione sia per il settore dei servizi di pagamento sia per il settore della telefonia mobile e anche una fonte di valore per diversi stakeholder. Per la banche e i circuiti, alla ricerca di nuovi modelli per diffondere i pagamenti elettronici, per le Telco, alla ricerca di nuove categorie di servizi a valore aggiunto per i propri utenti, per gli esercenti, alla ricerca di fonti di ottimizzazione dei processi e di miglioramento del servizio al cliente, per gli utenti stessi, alla ricerca alla possibilità di acquistare dovunque e in qualsiasi momento e per la pubblica amministrazione, alla ricerca di fonti di riduzione dei costi, di miglioramento del servizio ai cittadini e di strumenti chiave per l'emersione del sommerso.
Gli esercenti sono una categoria ‘pivotale’ per la diffusione del mobile payment in tutte le sue declinazioni. Da un’analisi condotta su diversi casi aziendali sono emerse quattro principali fonti potenziali di valore per il mobile payment in senso stretto. Riduzione dei costi di gestione del contante, riduzione dei tempi di pagamento, digitalizzazione di processi e documenti e ubiquità spaziale e temporale. Per quanto riguarda infine la pubblica amministrazione non meno importante sarebbe il peso dei servizi aggiuntivi che potrebbero essere sviluppati per collegarla al cittadino, aggiungendo la componente mobile ai progetti di e-governance e riducendo i costi di gestione e distribuzione, come nel caso dei certificati elettorali, sostituibili in proximity da semplici applicazioni.
In veste di regolatore, invece, un percorso di adozione ben guidato del mobile payment potrebbe aumentare dal 10 al 15% in tre anni, il valore del transato con carte di pagamento e contribuire in questo modo alla lotta all’economia sommersa e all’economica criminale, uno dei punti cardine della riforma attuata dal Premier Mario Monti. Grazie al mobile payment, una larga parte della crescita potrebbe difatti essere costituita da micro-transazioni, dove l'incidenza del nero risulta più elevata.
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