Brava Tp che vuoi farti sentire. Esempio per una comunicazione che troppo langue
12/01/2012
In un periodo in cui non solo associazioni, aziende e istituzioni, ma pure i singoli (dall’imprenditore Della Valle con la pagina sul Corriere della Sera dedicata a esprimere il perché del ‘politici ora basta’, a Giuliano Melani, responsabile leasing di una nota banca, che incitava gli italiani all’acquisto dei titoli di Stato, senza dimenticare il signor Valoppi che nella sua diceva ‘Concittadini italiani è arrivato il momento di dire basta’) hanno acquistato e utilizzato uno spazio media per far valere le proprie opinioni, quasi si lamentava il silenzio della comunicazione. Anche perché, detta francamente, di cose da dire ne avrebbe non poche. Inutile ripercorrere la carrellata di anomalie che caratterizzano il nostro sistema, con il rapporto tra agenzie-professionisti e aziende-pubblica amministrazione a farsi sempre più sbilanciato. E ovviamente non certo pro parte creativa. Ma non solo, pesa lo scarso riconoscimento. Soprattutto in un’era come quella contemporanea dove, complici tecnologia, web, social network e mobile, comunicazione è tutto, di tutti.
Spiace che, salvo rare eccezioni, i protagonisti di questo mondo restino perlopiù segregati negli ambiti dei loro uffici, senza interagire con la discussione socio economica contemporanea. Lanciando pure la provocazione inerente all’ultima campagna pro canone Rai, firmata McCann Roma, che ha tirato in ballo il Papa, scatenando non poche polemiche. Provocazione nostra, vogliamo intendere, nel senso che, al di là dello specifico caso e del giudizio creativo, etico o ideologico che ognuno può esprimere su quella campagna, ci stupisce l’assenza di difesa del principio da parte del comparto.
L’agenzia, infatti, vinse nel 2011 la relativa gara Rai. Perché, allora, non rispondere a tono a chi considera soldi ‘sprecati’ quelli dati a una struttura esterna per realizzare la campagna? Insomma, forse un’impennata di orgoglio collettivo non sarebbe male. A giudicare da quanto si vede, infatti, in pochi considerano la comunicazione indispensabilmente necessaria. Di più, in pochi hanno capito che il suo valore, la sua efficienza ed efficacia, dipendono non solo dal suo esistere, ma anche, e specialmente, da chi la fa. Ossia, da come la si fa.
E non c’è modo migliore che iniziarne a parlare fuori dagli stretti ambiti delle discussioni di settore per farlo comprendere. Ecco perché l’iniziativa Tp di pubblicizzare se stessa ci è parsa interessante e degna di nota. L’abbiamo approfondita con il suo presidente Biagio Vanacore.
In questo 2012 avete deciso di fare pubblicità alla vostra categoria. Cosa vi aspettate succeda?
“La storia di Tp parte da lontano, siamo la prima associazione di persone nata nel mondo della pubblicità, l'unica a rappresentare tutte le diverse figure dell’attualità del comunicare, a dimostrazione di come fossimo attuali ai tempi della nostra nascita e di come siamo continuati a esserlo plasmandoci al divenire. Partendo da tali considerazioni, e da quanto difficile sia oggi poter parlare all'esterno della nostra professionalità e dei nostri valori, abbiamo sentito l'esigenza di fare pubblicità alla pubblicità, a Tp e a tutti i suoi soci, ma principalmente alla buona pubblicità che è possibile ottenere in tutta Italia, anche grazie a noi. Naturalmente il pubblicitram che sta girando a Milano non è che la prima di una serie d'iniziative programmate in questo 2012 per riportare sui binari giusti i nostri valori etici, sempre meno tenuti in considerazioni dai media, con la speranza che quando si debba parlare di pubblicità si parli anche e principalmente con noi”.
Le ‘professioni’ oggi sono nel mirino della politica. Spesso accusate di corporativismo e di logiche di categoria che vanno riviste. Tp che esiste da lunghissimo tempo come si muove e soprattutto come si muoverà nel corso dell’anno per rappresentare la professione dei propri associati al passo con i tempi?
“Da alcuni anni Tp sta provando a tornare a essere, e in parte già lo è, punto di riferimento dei professionisti della comunicazione. Oggi siamo vigili e attenti più che mai ai cambiamenti in atto, anche se la politica ha tempi lenti e soprattutto scarsa conoscenza del nostro lavoro. Ad esempio, aspettiamo da quasi due anni che il Cnel dia un parere consultivo sulla domanda che abbiamo presentato al Ministero di Grazia e Giustizia per entrare, avendone tutte le caratteristiche, nell'elenco delle professioni non riconosciute. Voglio sottolineare come fin dall'inizio Tp si sia mossa nella direzione raccomandata dalle direttive europee, puntando non ad erigere steccati, ma a valorizzare la professionalità. Lo dico con orgoglio pensando a quanto stiamo facendo per i giovani. Aspettiamo di capire da qui a fine gennaio cosa il governo Monti abbia veramente in mente per la riforma delle professioni, cosa succederà alla normativa e se ci sarà un adeguamento delle professioni italiane così come previsto a livello europeo. Dopodiché chiederemo un incontro a livello istituzionale per prospettare le nostre esigenze, e quelle di tutti i professionisti che credono nella buona pubblicità e nei valori etici. Una cosa è certa, se bisogna adeguarsi all'Europa bisogna farlo in tutto e per tutto, altrimenti è solo demagogia”.
Il nuovo corso AssoComunicazione con la presidenza di Massimo Costa punta a rappresentare una rottura rispetto a quanto fatto in passato. Come i singoli professionisti, e quindi la stessa Tp, possono contribuire a far sì che il cambiamento realmente avvenga?
“Non sono solito esprimere giudizi su altre associazioni, posso dire che come Tp siamo sempre disponibili a intrattenere rapporti con tutti, a partire da AssoComunicazione. Naturalmente nel rispetto del gioco delle parti e dei ruoli, così come auspico che il nostro mondo trovi un linguaggio comune sui temi caldi, a partire dai bandi di gara dove c’è bisogno di una posizione netta. Tp è oggi per la separazione della creatività dal resto del contenuto dei bandi”.
È cresciuto il numero dei vostri associati negli ultimi anni, non ritenete ci sia una offerta di professionisti superiore alle richieste effettive del mercato?
“Il numero di associati è rimasto pressoché stabile, aldilà delle contrazioni del mercato in termini di amministrato. Voglio ricordare che Tp è un'associazione di persone nata nel 1945, certificata, l'unica che copre il mondo della pubblicità a 360°, in grado di offrire servizi, formazione e momenti di confronto in tutt'Italia. Per rispondere alla seconda parte della domanda, ritengo si debba distinguere tra chi svolge con dedizione e professionalità questo lavoro, e noi di Tp siamo ricchi di talenti e eccellenze, e chi invece offre a basso costo una professionalità che non poggia da nessuna parte, appiattendo verso il basso contenuti e qualità. Su questo tema il nostro mondo deve interrogarsi e trovare quanto prima una linea comune per evitare che alcuni istituti da noi stessi creati siano sempre più forti con i deboli e deboli con i forti”.
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