MediaCom: centro media colpevole per interesse? E’ che in troppi ci invidiano
21/04/2010
Insomma, il centro media proprio non ci sta ad essere additato quale fulcro delle difficoltà a modificare la cultura della comunicazione nel nostro paese. Dunque, se le strategie d’impresa sembrano essere lungi dal saper seguire l’evoluzione di processi d’acquisto e consumatori, il colpevole non deve essere ricercato lì. Nelle ricerche, allora, nelle diverse audi, nei numeri, nella tranquillità di una tv che sempre e comunque riesce a fare massa critica? Sicuramente nell’attenzione di tutti al breve, ai risultati qui ed ora. Sia per le agenzie che per le aziende. Quando, invece, la strategia è altra cosa, richiede pazienza, con il percepito di marca a volere tempo per esprimersi secondo le direttive desiderate. Ma anche nell’ossessione al saving, quel dato tangibile e immediato cui la focalizzazione dell’azienda insiste. Spesso dimenticando che si fa comunicazione per vendere di più. Dunque, l’obiettivo non è solo pagare meno gli spazi, ma ottenere il massimo del risultato. E non sempre quel che costa poco è quel che ti serve.
Al microfono di youmark Attilio Redivo, ad MediaCom, ricordando che per loro l’attività da tempo guarda con interesse al nuovo. Come dimostra la recente collaborazione attivata con UniCredit in tema di sponsorship, ma anche la nuova operazione per chiarezza.it, aiutando questo sito di confronto dei prezzi delle assicurazioni a sviluppare il proprio modello di business in Italia, non solo il piano mezzi. E poi c’è Allianz, acquisito a livello internazionale, ma anche Deutsche Bank che, nonostante all’estero abbia scelto Carat, in Italia ha deciso di continuare a stare con MediaCom.
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