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Andrea Giovannetti, membro del Comitato Promotore Banca Cattolica Veronese
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Banca Cattolica Veronese: per ora passaparola. Ma per aprile serve l’adv

10/11/2009

I lavori sono già in corso da un anno. Ma si ritiene che lo sportello veronese sarà inaugurato alla fine della prossima estate, una volta espletate le formalità legislative previste dalla Banca d’Italia. Avendo sin da oggi le idee più che chiare sulla mission. Diventare partner del proprio cliente, riconquistando la fiducia perduta. Non più procedure e moduli standardizzati a definire le scelte d’azione, quanto valutazioni ad personam. Caso per caso, riappropriandosi della capacità di analisi dell’impresa e del suo essere parte del territorio. Il che non cozza con il business. In quanto a comunicazione, invece, per ora il passaparola è tutto, ma ad aprile si pensarà anche alla campagna di lancio. 

Come a youmark spiega Andrea Giovannetti, membro del Comitato Promotore Banca Cattolica Veronese. 

Sembra un’eresia. Far nascere una nuova banca oggi, quando la diatriba tra mercato e istituti di credito è ancora in atto, con l’indice di fiducia su questi ultimi a cadere sotto il peso di una crisi in cui vacilla la supremazia prima riconosciuta. Cos’è, eroismo, stoicismo, volontà di immolarsi alla causa, o piuttosto la consapevolezza che di qualche cosa di diverso c’è proprio bisogno?

“Delle due, l’ultima. Abbiamo iniziato a definire il progetto un anno fa, quando la crisi del sistema bancario era ancora più acuta. Perché siamo convinti che ci sia bisogno di tornare alle origini. Le grandi aggregazioni, così come la standardizzazione di prodotti e servizi, non hanno generato i vantaggi sperati, dimostrando che l’economia ha bisogno di banche del territorio, capaci di risolvere i problemi di piccole medie imprese e famiglie. Il che non significa rinnegare il nuovo, quanto sfruttare conoscenze e tecnologie per la realizzazione del fine. Così che la stessa informatizzazione diventi tramite, non obiettivo finale. Non a caso, gli stessi dati relativi al 2008-2009 mostrano come le banche di credito cooperativo siano le uniche a incrementare, in termini di conti correnti e volumi, a discapito dei grandi gruppi”. 

Una banca del territorio, dunque, ma voi sarete solo a Verona?
“Il Piano di Attività che presenteremo in Banca d’Italia prevede l’apertura di un solo sportello, nel centro di Verona. Seppur il nostro raggio d’azione intende essere molto più ampio, già da subito servendo le necessità di chi vive, o intraprende, o intende intraprendere, anche altrove. Lasciando aperta la possibilità di variazioni future al piano, ove l’aggregazione di nuovi soci extra provincia lo rendesse auspicabile”. 

A proposito di soci, quali sono gli obiettivi di reclutamento e, soprattutto, ritenete che essere banca oggi sia ancora un’appetibile opportunità di business?
“Partiamo dal business. Certo. Dipende come la si fa. Focalizzarsi sull’eticità dei servizi offerti non significa escludere la giusta remunerazione, anzi. Il nesso sta nella costituzione di un rapporto di partnership con il cliente. Non a caso, e i numeri parlano di previsioni cautelative, il Piano di Attività che presenteremo ad aprile in Banca d’Italia, vede il break even al terzo anno. Considerando che, e qui rispondo anche alla prima parte della domanda, per legge le banche popolari devono possedere almeno 200 soci (avendo già depositato l’atto pubblico di Costituzione del Comitato Promotore, abbiamo tempo sino a fine marzo per raggiungere il quorum), e che abbiamo voluto fissare a 50.000 euro la singola quota di apporto (sicuramente alta, ma proprio per poter fare affidamento su soggetti che vogliano investire e scommettere sulle piccole medie imprese italiane), è facile intuire come lo step iniziale di 400 conti correnti alla fine del primo anno sia praticamente implicito”. 

Sabato scorso avete organizzato la vostra prima convention, nei Laboratori nazionali del Gran Sasso, non a caso sinonimo di idee, innovazione, sviluppo. In che cosa saprete rispecchiare i valori insiti in tale location?
“Soprattutto nell’investimento in consulenza e assistenza al cliente, più che in servizi ad alto valore aggiunto per la banca. La logica è quella della partnership, per cui ogni caso è un caso da valutare, oltre modelli e procedure standard preimpostati. Anche nei confronti dei giovani, per i quali sono previsti percorsi e iter innovativi, inediti stimoli di comunicazione per attivare rapporti virtuosi tra chi ha idee e la banca. Come già precisato, poi, senza che ubicazione e svolgimento nella provincia di Verona sia elemento discriminante”. 

Cos’è che fa la differenza, perché siete così certi del vostro ruolo a sostegno delle pmi?
“Finanziare le imprese significa conoscerle. Noi intendiamo tornare a valutare situazione per situazione, analizzando ogni singolo caso in relazione al territorio, alla rete di rapporti in cui è inserito. Nel sistema creditizio italiano è venuta a mancare l’abilità di valutare la presenza delle aziende nel contesto. Significativi gli interventi di Luciano Balzan, sacerdote e docente universitario, e di Paolo Arena, Confcommercio Verona, alla nostra convention di sabato. Il primo sottolineando la necessità di 'ritornare ai volti, di guadare in faccia il proprio interlocutore, oltre le procedure', il secondo di 'restaurare, specie nelle città di provincia, il rapporto compromesso tra imprese e finanza'.

Ragionevolmente, quando aprirete i battenti e a che punto pensate sarà la crisi in atto per quell’epoca?
“Prevediamo di inaugurare nell’estate del 2010. Secondo le nostre analisi, lasciandoci alle spalle il periodo più critico, che per l’economia reale sarà il prossimo semestre. Per settembre, infatti, attendiamo tassi di interesse in crescita, oggi l’euribor è sceso allo 0,5%, comprimendo gli spazi di guadagno di obbligazioni e titoli di stato, così cari ai consumatori italiani”. 

E la comunicazione?
“Fondamentale il passaparola. Che già oggi sembra funzionare, considerate le 70 persone, non solo veronesi, intervenute sabato all’incontro organizzato nei Laboratori nazionali del Gran Sasso. Sicuramente, comunque, prevediamo anche la definizione di una vera e propria campagna, ma se ne parlerà verso fine aprile, in concomitanza con il deposito del Piano d’Attività in Banca d’Italia”.

 

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