Maggini/Little Green Man: finalmente donna. L’inedito va in rosa
10/03/2009
Almeno in Italia. E se la stessa Maggini vede questo ‘dettaglio cromosomico’ come plus differenziante solo in termini di valore aggiunto garantito dalla mescolanza, il fatto che LGM l’abbia scelta come direttore generale appartiene all’area del nuovo con cui sembra volersi connotare questo neonato network, spin off europeo a firma Y&R. Unitamente all’internazionalità. Puntando al business delle idee, non della pubblicità. E chiamando pure in causa un nuovo senso di ‘integrata’. Al microfono di youmark Simona Maggini, general manager Little Green Man.
Banale dire di sostanza e non di forma. Più intrigante appellarla quale nuova forma di intelligenza. Che non si contrappone, che non entra in concorrenza, semplicemente diversa. Una soluzione non ancora pensata. Nemmeno da mamma Y&R, viene spontaneo chiedersi. Nemmeno. Pur attribuendo alla medesima tutti i meriti del caso. In relazione anche all’integrazione, s’intende.
Insomma, di LGM ce n’era bisogno. Sono stati gli stessi clienti a chiederlo. Seppure sui nomi del portafoglio della neonata ancora non scappino indiscrezioni. Solo che si sta lavorando, non in termini di ‘passaggio’, ma di collaborazione, di new business. Indirizzando gli sforzi a tutti i budget non così sostanziosi, che qui trovano anche un gate preferenziale per accaparrarsi i servizi del gruppo. Ma anche alle grandi aziende, ai loro progetti speciali, ai nuovi lanci. Non avendo per il momento definito la propria direzione creativa. Ma è questione di giorni. Mentre si dovrà attendere l’inizio dell’estate per la notizia del primo progetto LGM made.
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