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Milka Pogliani: dato per scontato un buon prodotto, la comunicazione è tutto, anche per i film
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Stefano Leonangeli/Martini&Rossi: il cinema visto da Milano

17/07/2008

Per il cinquantesimo compleanno della Terrazza Martini e per l’omonimo brand. Che poi in fondo sono un po’ la stessa cosa, con la prima a farsi ambiente di comunicazione, cassa di risonanza delle iniziative della marca. Decisa a schierarsi a favore del cinema italiano. O perlomeno a provarci. Visto che l’operazione Martini Premiere Award è tutta di comunicazione, non esistendo nemmeno una premeditata volontà nel definire sin d’ora il meccanismo delle edizioni future, la cui stessa esistenza dipenderà dal successo di questa prima. Come Stefano Leonangeli, amministratore delegato e direttore generale Martini & Rossi, racconta a youmark, infatti, è stata soprattutto la voglia di innovare da protagonisti, anziché limitarsi ad essere semplici ospiti della storia del cinema. Il tutto senza advertising, puntando sulle rp. 

Taluni hanno notato che in questa giuria non c’è un giovane. Eppure se il cinema italiano sta rialzando la testa lo fa proprio grazie a loro. Con quello di genere rivitalizzato da pellicole come ‘La notte prima degli esamiì’ di Fausto Brizzi e gli eclatanti trionfi di ‘Gomorra’ di Matteo Garrone e ‘Il Divo’ di Paolo Sorrentino a sdoganare dal ghetto quello d’autore. Altrettanto vero, però, è che questo premio non intende rubare la scena ai già numerosi festival cinematografici. Ma piuttosto esaltare il ruolo di una Milano protagonista, rendendo onore alle sue peculiari caratteristiche di internazionalità, innovazione, produzione e comunicazione, non a caso potendo contare sul patrocinio del Comune. 

E qui sta il punto. Mettere il dito sulla piaga di un’industria che poco ha saputo difendersi dagli attacchi degli altri paesi e dei nuovi media emergenti, continuando a insistere su formule che non hanno ripagato l’intento. Perché se è vero che il buon prodotto è tutto, altrettanto importante è saperlo comunicare, così da spingere il pubblico in sala. Anche oggi, infatti, è lì che si misura il successo di una pellicola, nonostante la cosiddetta ‘coda lunga’ abbia protratto l’attenzione del business anche al poi. 

Ma torniamo alla giuria. Presieduta da Vincenzo Cerami, scrittore e sceneggiatore, e coordinata dal critico cinematografico Gianni Canova, direttore artistico del premio. Con la partecipazione di Natalia Aspesi, giornalista e scrittrice, Carlo Freccero, oggi presidente Rai Sat, Paolo Mereghetti, critico cinematografico e giornalista, Anna Praderio, giornalista tv critico cinematografico, Ugo Volli, semiologo, e Milka Pogliani, chairman European Creative Council McCann Worldgroup. 

Insieme avranno il compito di valutare tutti i film usciti nell’anno estrapolando quattro vincitori, da annunciare il prossimo ottobre. In primo luogo la pellicola più innovativa, che si è presa più rischi, più coraggiosa. Poi, il look più magnetico, inteso in ottica total design, dunque scenografie che hanno saputo creare un mondo, costumisti che hanno fatto con l’abito il monaco, e via di questo passo. Ancora, la modalità promozionale più originale ed efficace, ed è una novità, perché a differenza dell’America, dove in comunicazione si spende quanto in produzione, in Italia ancora non si esce dalla formula anteprima- conferenza stampa, tanto da spingere a incoronare il film più ‘avanti’ in tal senso, valutando dal titolo al trailer, alla strategia di marketing. Infine, l’attore e l’attrice che per talento e caratteristiche sono considerati maggiormente esportabili. 

 

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