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Pogliani/McCann Worldgroup: fuori da una schiavitù che rovina

06/06/2008

La pubblicità scende a quota 47% nell’universo del business McCann. E’ la prima volta. A testimonianza di un cambiamento già in atto. Come dimostrano i 41 clienti del Gruppo che si appoggiano a più di una disciplina, 19 addirittura a più di 3, per i quali non è scontata la supremazia dell’adv. Ma nessuno si è offeso. Come a youmark racconta Milka Pogliani, chairman European Creative Council McCann Worldgroup, infatti, non c’è che da gioire.

Anche perché per l’Italia non c’è scampo, o si cambia, agenzie, creativi e aziende, altrimenti sarà il buio.

Ma facciamo un passo indietro. Sono stati presentati ieri a Milano i risultati 2007 McCann Worldgroup. Che è già una gran cosa, visto che dal 2002 languono le classifiche ufficiali. Al punto che oggi è difficile indicare con certezza chi è il primo

Questo gruppo, comunque, si difende bene. Nonostante la perdita di un cliente come Mulino Bianco abbia fatto tremare non poco il suo advertising, non ha mai fatto ‘macelleria industriale’. E la scelta ha dato ragione. Mostrando un risultato complessivo 2007 pari a 125 milioni di dollari, facenti capo a otto differenti società. McCann Erickson Italia, Momentum Italia, MRM Worldwide, Universal McCann , Weber Shandwick, FutureBrand Gio Rossi Associati, McCann Healthcare RGB.

In tutto 550 persone. Trenta in più del 2007, impegnate su 265 i clienti, contro i 220 prima contati. Con più del 50% del valore della produzione da attribuirsi a canali diversi dall’advertising.

E qui torniamo a Milka. Che del fatto è più che soddisfatta. Perché chi continua a credere che i mezzi siano solo stampa e tv, è destinato a sparire come i dinosauri. Al punto che al creativo è in primo luogo chiesta apertura mentale, capacità di far esplodere l’idea su media diversi.

Considerando la marca amica, smitizzando, facendo ridere. Insomma, trattando i consumatori in modo intelligente, normale, senza illusioni irraggiungibili, tanto lo sanno che è ‘pubblicità’.

Con l’Est del mondo a fare scuola. Per capacità di accelerazione, informazione, creazione. Inventando una sua strada per proporre il nuovo, senza bisogno di evolvere imitando. Ed altrettanta attenzione va riservata al Far East, all’India. Alla Cina, che presto arriverà e ci stecchirà tutti.

 

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