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Jane Reeve, Amministratore Delegato Rmg Connect
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Reeve/Rmg Connect: il risultato fa paura, in gioco posto e budget

21/05/2008

Nel senso che spesso le nostre aziende preferiscono non sapere. E se Jane Reeve, amministratore delegato Rmg Connect, intervistata da youmark, parte proprio da qui per sottolineare le ‘pecche’ del marketing di relazione italiano, è perché supportata non solo dall’esperienza, ma anche dai dati di una recente ricerca. Invece il segreto è tutto lì. Strategia, creatività e ritorno degli investimenti. Dimenticando le differenze tra on e off line. Perché la comunicazione oggi è tutto. E vecchio è chi non se ne è ancora accorto. 

Partiamo dai premi vinti nel 2008. E iniziamo da quelli esteri. Precisamente dal Finalist Certificate nella Sezione ‘Alternative & Innovative Media: Event/Nightlife Mktg' del New York Festival - Innovative Advertising Awards, meritato dalla campagna Sony Ericsson ‘Music Mind Trip’. Cui si aggiunge il medesimo riconoscimento ottenuto da Trentino ‘Upsidown’, nella categoria ‘Travel/Tourism’. Progetto che si è fatto valere anche con un bronzo al Mouse Awards. 

In Italia, poi, ben tre le Frecce d’Oro, con le campagne Nestlé Maxibon ‘Mister Pops’, Canon Italia ‘Extreme HD’ e Sony Ericsson 'Music Mind Trip'. E tre d’Argento, con le campagne Canon ‘Extreme HD’ e Sony Ericsson ‘Music Mind Trip’ che raddoppiano imponendosi anche nella sezione ‘Lancio Prodotti’ e quella Trentino ‘Upsidown’ nella ‘Altri Servizi Commerciali’. 

Insomma , un anno a dir poco di soddisfazione, come ci si riesce?
“Abbiamo preso la strada giusta, già dal 2006. Puntando sulla strategia, intesa come logica di progetti olistici in grado di utilizzare tutti i mezzi a disposizione, scegliendo poi quelli giusti per raggiungere in quel momento il target. Con la creatività che intriga, e i risultati che contano. Perché il tema della misurazione è molto chiacchierato, ma troppo spesso poco si fa. Invece è fondamentale conoscere il ritorno degli investimenti. Anche in Italia. Dove, come recentemente rilevato anche da una ricerca AssoComunicazione, le aziende ci credono poco. O forse temono che conoscere i risultati possa significare mettere in gioco le proprie scelte, i propri budget”. 

Che differenza c’è, in termini di valore, tra la vittoria di un premio italiano e uno estero. E' vero che fuori dall’Italia c’è maggiore cultura sul marketing di relazione, crm o direct che dir si voglia?
“Non basta che sia internazionale perché un premio sia di valore. Ne vanno analizzate le logiche. La Freccia d’Oro, per esempio, utilizza gli stessi canoni di votazione del Festival di Cannes, attribuendo un peso a risultati, creatività, strategia ed esecuzione. Idem dicasi per il New York Festival. Per quanto riguarda il confronto tra Italia ed estero, invece, è vero che nel nostro paese langue una cultura sul tema. A differenza di quanto avviene nell’advertising classico, infatti, si brilla per creatività ma si pecca in strategia e misurazione. Il nostro obiettivo, invece, è essere misurati, vogliamo che le aziende lo pretendano, perché è qui che si fa la differenza”. 

Come interpretate la relazione tra on e off line?
“In realtà non dovrebbe trattarsi di relazione ma di integrazione. Nel senso che non c’è distinzione. Dobbiamo riuscire a superare il retaggio storico che vede separate le due specializzazioni. Perché tutto è comunicazione, dovendo passare dall’una all’altra forma con naturalezza e disinvoltura. Come avviene nel caso del bilinguismo, che spesso cito quale allegoria per rendere il senso della neutralità di preferenza. Nel scegliere l’una o l’altra lingua, l’on o l’off line. A decidere deve essere la strategia, la soluzione più pertinente agli obiettivi del cliente”. 

Non certo facile, comunque, da voi è successo?
“Il facile o difficile dipende dalla voglia che ognuno ha di imparare, di rivedere le proprie logiche. E’ più un problema di mentalità che di competenza. E nemmeno di età. Oggi chiunque lavori in comunicazione deve pensare anche al digital. In questa ottica abbiamo strutturato il reparto creativo e quello account. Perché la distinzione non deve più esistere”. 

Per concludere, c’è una case history da citare perché pertinente con il tema dell’integrazione tra on e off line?
“Abbiamo lanciato pochi giorni fa la parte online del progetto Kraft Philadelphia Light www.primavoltaconphil.it , che ci vede impegnati assieme a Jwt”.

E l’asta creativa benefica lanciata su eBay, avete già qualche risultato?
“L’asta è iniziata lunedì 19. A breve potremo raccontarvi di più”.

 

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