Cellini/Seat Pagine Gialle: pubblicità a prezzi da consumatore finale
16/05/2008
Approfittando dell’accoppiata con Manifesta 7, biennale europea di arte contemporanea, presentata ieri a Milano, per la quale Seat pagine Gialle ha valorizzato il sito, youmark ha incontrato Paolo Cellini, direttore internet. Perché poteva anche essere che il digitale spiazzasse il cartaceo. Piuttosto che la concorrenza nel tempo emersa facesse male a questo business. Ma nulla di ciò sembra essersi avverato. Questione di capacità industriale, servizio e consulenza.
Partiamo con il chiarire che cartaceo e virtuale sono due mondi. Che non permettono il travaso dei reciproci contenuti. Basti pensare agli elenchi. Con quelli internet a spaziare nel nazionale e il cartaceo a focalizzarsi sul locale. E cambia anche il modo di fare pubblicità. Con la rete a richiedere logiche differenti dal semplice acquisto di uno spazio. Concludendo che il business Seat non ha risentito della rivoluzione digitale, anzi ci si è buttato a pesce. Pur continuando a credere nel tradizionale, come testimoniano i 50-60 milioni di volumi stampati. In tipografia. La Ilte di Torino.
E non tutti avrebbero potuto farlo, valorizzando un business che per esistere ha bisogno di massa critica, basandosi su valori individuali dai cento euro in su. Insomma, per riuscire a vendere pubblicità a prezzi da consumatore finale, occorre avere i numeri.
Ma anche capacità di consulenza, servizio, prossimità. Come dimostrano gli oltre 20.000 video spot girati per internet nei in altrettanti uffici, punti vendita, locali. Perché i piccoli investitori devono essere guidati e i loro budget non permettono l’accesso alle ordinarie vie della comunicazione.
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