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Russo/TBWA\Italia: il creativo sano non crede a niente

14/05/2008

Se non ai propri neuroni. Un modo come un altro per dire che il creativo deve essere produttore di idee. Senza lasciarsi affascinare dagli strumenti e dalle tecnologie. Oltre il concetto di integrato. Perché non fa parte del suo mondo. Come a youmark racconta Fabrizio Russo, direttore creativo esecutivo TBWA\Italia. 

Perché, per ipotesi assurda, la complessa situazione contemporanea ha fatto del bene alla comunicazione. Almeno al suo valore creativo. Il proliferare di mezzi e modi, infatti, ha imposto il ritorno all’idea, liberando dai pregiudizi del più recente passato, causati soprattutto dai tecnicismi della più esasperata specializzazione. 

Un percorso iniziato venti anni fa, concentrandosi maggiormente nello spot, nella stampa, nei differenti media. Quando invece la matrice è l’idea: “dimmi cosa devi dire e io invento un modo per dirlo”. Punto. Il che sposa perfettamente la necessità di diversificare, dal digital al mobile, ma avendo sempre nelle linee creative condivise la propria stella. Costituendo un fulcro, il senso creativo dell'agenzia. 

Che in TBWA\Italia rispecchia il concetto del Media Arts Lab definito da Lee Clow, chairman e chief creative officer TBWA\Worldwide, quale polo, punto cui tendere, nel suo obiettivo di servirsi dell’interdisciplinarietà e della partecipazione degli esponenti di diversi media per trovare nuovi modi di engagement tra brand e consumatore. 

In un confronto anche internazionale, che dall'Italia si aspetta molto. Credendo che sia importante spezzare i processi logici e domini intellettuali da troppo tempo presenti in queso mestiere. In nome di una comunicazione quale fenomeno totale.

 

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