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TvBoy: scappato per amore, non per arte. In Italia live con Nescafé

01/04/2008

Ha 28 anni e da tre ha fatto della sua arte una professione, a tutto tondo. Non a caso si definisce ‘commerciale’, nell’eterogeneo mondo della street art contemporanea. Senza sentirsi dal termine sminuito. Anzi. Perché significa democratizzare l’arte, diffondendo cultura. Anche con una tazza e una maglietta. Youmark ha intervistato Salvatore Benintende, TvBoy, in occasione della sua live performance per il primo dei tre Nescafé Art Brunch milanesi, la scorsa domenica. Scoprendo che l’Italia ‘per arte’ non è seconda a nessuno. Sapendo sostenere e valorizzare i suoi creativi. In estate, intanto, ci sarà il lancio di una nuova linea di abbigliamento bimbi da lui firmata. 

Buono a sapersi. Perché è bello alzare con orgoglio la nostra bandiera. Specie quando a dirlo è un 28enne di fama, che ha saputo affermarsi con la sua arte e che, espatriato a Barcellona per amore, pur non negando il sostegno ricevuto dal capoluogo ispanico, ringrazia la sua patria e Milano. Ci dice che ai giovani artisti offre molto. Che le gallerie nostrane sono conosciute e quotate, così come i mercati d’arte. E che esistono diversi brand interessati alla contaminazione. 

Non a caso, TvBoy lancerà quest’estate una nuova collezione di abbigliamento bimbi. Per non parlare della collaborazione con Nescafé. Per cui ha personalizzato con un graffito la Red Mug, prodotta poi in soli 7mila esemplari e venduta a 15 euro sul sito www.nescafe.it , sostenendo la causa della Fondazione Francesca Rava, con cui il brand, sotto il segno dell’arte, in collaborazione con l’associazione culturale Art Kitchen, ha nel settembre 2007 intrapreso un percorso a sostegno della scuole di strada di Haity. Ma non solo, visto che proprio la scorsa domenica la sua live performance ha inaugurato il primo dei tre Nescafé Art Brunch. 

Arte di strada, la sua. Sentendo il peso di un confine con il vandalismo che taluni vogliono troppo labile. Quando invece il paragone non dovrebbe nemmeno esistere. Anche perché questa arte significa conquista di spazi che non erano di nessuno o ceduti in concessione. Per nobilitare la città. Ben lungi da una firma o, peggio, “da una qualsiasi scritta ‘stronzo’ sulla porta del vicino”. 

E il passaggio è abissale. Fatto di lavoro, studio, impegno. Attraverso l’impiego a tempo pieno in uno studio di design. “Fino a che naturalmente succede. Senti e ti fanno capire che puoi iniziare a percorrere la tua strada”. 

Così è successo a lui, che ha fatto di un personaggio il suo nome, un logo. TvBoy. Un bambino televisivo che bene incarna la sua generazione, cresciuta guardando i cartoni e la tivù. La svolta risale a tre anni fa, mentre è dai suoi 16 che ci prova. Un percorso lungo, faticoso. Ecco perché consiglia ai giovani l’importanza di crederci, senza scoraggiarsi, mai.

 

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