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Lo Presti/Pangea: speriamo che sia femmina

31/03/2008

Perché no? E’ questa la forza delle donne. Quella su cui fa perno Fondazione Pangea Onlus per impollinare la società di futuro, cultura, evoluzione, cambiamento. Anche dove la donna non conta nulla, non si vede, non può uscire. Come succede in Afghanistan. Nonostante oggi sia comunque solo la silente opera femminile a poter segnare per quel paese la svolta. Grazie anche a Pangea. E a Chilly, che per il secondo anno sostiene il progetto ‘Nel mio intimo c’è la vita’. Youmark ne parla con Luca Lo Presti, presidente della Fondazione.

Perché no. E come dare torto. A donne che spesso non hanno nulla. Nemmeno da perdere. Come la protagonista del primo microcredito elargito. Prostituta per necessità. Spesso non pagata. Tanto se lo avesse denunciato l’avrebbero lapidata.

La vita, dunque, riparte da una donna. Perché succede che nel mondo sia soprattutto contro lei che si scaglia la violazione dei diritti, a volte anche di quello di esistere. Ma soprattutto perché solo lei può farsi moltiplicatore del beneficio delle azioni. Educando i suoi figli, uno cinque, dieci, cento. Insegnando loro a lavarsi, a leggere e scrivere, a lavorare. Insomma, trasmettendo loro il valore del futuro, dello sviluppo.

La voglia è tanta. Non a caso il microcredito elargito al femminile ha creato diverse migliaia di successi. Potendo inizialmente contare appena su cinque donne, sono nate numerose nuove attività. Panifici, pasticcerie, negozi di estetica.

E la storia del primo progetto fa quasi sorridere. Con trecento polli a produrre uova che il trasporto sgangherato di una bici senza gomme rompeva prima dell’arrivo a Kabul, lontana 10 km. Con la concorrenza aperta dalla guerra che non permetteva più di smerciare. Ma quella donna non ha mangiato i polli. Si è concentrata sulle uova. Oggi ha una delle più affermate pasticcerie della capitale.


 

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