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Quando il corpo è arma. Tra moda, autodifesa e fitness

17/03/2008

Se è per moda, fuori si soccombe. Non solo muscoli, dunque. Per l’autodifesa c’è bisogno di equilibrio. Soprattutto psicofisico. Per sapere sviluppare l’aggressività, ma solo quando serve. Che non è semplice per una società lontana dall’uso della forza come arma di sopravvivenza. L’aumentare degli ‘abusi’, però, ha allarmato non poco. Rendendo la voglia di reazione prerogativa sempre più diffusa. Tanto che aumentano le donne impegnate in sport da combattimento. Come a youmark conferma Enrico Mereghetti, trainer box, kick box e thai box, nonché direttore sportivo per la University of Fighting. 

Non c’è limite di età, o sesso. Anzi. Oggi sono sempre più le donne che vogliono imparare. Per moda, fitness, benessere e per sapersi difendere. 

Distinguendo essenzialmente in due branchie: gli sport da combattimento e le arti marziali. Con la tai box a potersi collocare in entrambe, mentre box e kick appartengono alla prima e karate e tai chi, indubbiamente alla seconda. 

Con la prerogativa del ko e del ring a fare da spartiacque, distinguendo l’essenza più lampante della differenza. Seppur entrambe richiedano indispensabilmente una buona dose di equilibrio. Perché non è sempre facile saper sviluppare la propria aggressività. Soprattutto immaginare di riuscirlo a fare fuori, all’occorrenza. 

Per questo l’impegno è determinate. Perché i frutti arrivano solo con la fatica, la dedizione, l’impegno. Allenadosi almeno tre volte la settimana. In gruppo o con lezioni su misura, a seconda delle esigenze. Consci che un’ora non servirebbe a nessuno.

 

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