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I perché dell’email marketing

04/02/2008

L’email marketing sembra conquistare chi lo prova. Al punto che la maggior parte dei piani di comunicazione che lo utilizzano dichiarano di voler aumentare il loro investimento sul canale. Soprattutto perché sa garantire efficacia ed efficienza, a giudicare dal Roi che qui vale quasi il doppio che in altri media. Come spiegano i dettagli nella ricerca annuale Datran Media.

In primo luogo il forte consenso all’email marketing. Visto che l’82% dei 2000 marketing online professional interpellati hanno dichiarato di voler incrementare gli investimenti 2008. Con il 55% a indicare il canale quale migliore garanzia di elevato Roi. Il che trova conferma nei dati emessi dalla Direct Marketing Association, che in un recente report indica un valore del ritorno dell’investimento pari a 45,65 dollari per ogni singolo lì speso.

Che è poi il doppio di quanto realizzato dagli altri media, inclusi search e display. Per la precisione, comunque, occorre anche dare voce al 25,9% che ritiene le performance dell’email uguali a quelle di altri strumenti e a chi, 18,8%, evidenzia addirittura quote più basse.

Ma l’email marketing per funzionare ha bisogno di collaborazione. Secondo il resoconto emerso utilizzando il metodo delle risposte multiple, il miglior suo ‘amico’ è il search (71,8%). A seguire, display, 51,8%, direct 41,2%, mobile, 24,7%, broadcast, 17,6%, e cable, 10,6%.

Con più dell’80% degli utilizzatori a realizzare campagne email targettizzate. Citando, per capacità performante, search 70,6%, display, 34,7% ad network, 37,6%, 16,5%, stampa, 10,6% broadcast, 7,1% cable, 1,2% mobile e 2,4% rss.

In merito, poi, a cosa intendono anche fare per enfatizzare o allargare la portata delle azioni, l’80% dichiara che spedirà newsletter, il 78,8% spingerà le vendite, il 67,1% aumenterà le opportunità di up e cross selling, il 50,6% coadiuverà con messaggi transazionali, il 70,6% pianificherà di migliorare la customer relationship e il 64,7% la brand awareness.

Nel 2008, infine, la volontà dei più, 74,1%, è di veicolare anche contenuti e split testing creativi. Ma c’è anche chi, 36,5%, punterà su test creativi negli in box device, mentre il 29,4% pagherà l’email marketing a Cpm. Ancora, il 36,5% di chi includerà anche pubblicità banner e il 25,9% che misurerà l’effetto sulla notorietà del brand. Mentre il 36,5% lo farà sulla soddisfazione del cliente e il 64,7% direttamente sulle vendite.

 

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