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It’s Cool: integrazione sull'evento

21/01/2008

In un mercato che fa boom, c'è bisogno di cultura. Per distinguere, per sapere cosa scegliere. Così l’evento. Sfonda quello capace di creare interazione, di lasciarsi misurare, di dare risultati. L’idea unita alla sua implementazione. La creatività che non si limita a parlare, aspettando risposte per passare ‘live’ a un nuovo livello di dialogo. Spesso spingendo tutti in rete. Perché se l’evento ti conquista, il suo sito informa, facendo capire al brand che l’hai seguito. Parola di Andrea Baccuini, direttore creativo It’s Cool.

C’è un’enorme differenza tra ieri e oggi. Perché l’evento è diventato fondamentale. Al punto da sedere al tavolo della discussione strategica, sino a poter far declinare attorno a sé il resto.

Con la forza della sua concretezza, che tanto definisce la difficoltà per molti di appropriarsene. Perché l’evento va pensato, ma soprattutto realizzato. Non è un’attività push, ma pull, interattiva. Che chiede a qualcuno di aderire, di partecipare. Per questo più che rientrare nelle logiche integrate che partono da altro, è lui stesso a farsi fulcro, in nome del servizio, ma soprattutto del risultato, della sua misurazione.

Perché l’evento è strumento di comunicazione a 360° e altrettanto ‘colta’ deve essere la realtà che lo supporta. Ricordando che esso non è mai fine a se stesso, ma gioco dialettico con il pubblico, capacità di conquista live per condurre poi in rete, dove il messaggio si esplica in una concreta utilità. Piuttosto che viceversa, utilizzando il sito per invitare all’incontro. 

Ecco perché It’s Cool ha sentito la necessità di integrarsi, di connettere società satelliti, supportando la nuova era in un servizio che all’evento garantisce tutto, dall’advertising al digitale.

Con la professionalità che torna in primo piano. Che richiede capacità di formare, di divulgare cultura. Perché gli eventi hanno bisogno di molto. Di copy, scenografi, project manager, responsabili acquisti, responsabili legali, creativi. Ricordando che la creatività qui si fonda nella capacità di non limitarsi a parlare. “Alla terza parola - spiega Baccuini - aspettiamo di sentire cosa ci dice il pubblico. Se risponde B, noi non torniamo a ripetere A, ma ‘live’ diciamo C”.

Ecco perché la Consulta degli Eventi di AssoComunicazione era necessaria, ne è fermamente convinto Baccuini che è stato uno dei promotori, nonché primo tra gli iscritti.

 

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