KesselsKramer, la primula rossa
14/01/2008
Provate a cercarla in rete. L'ultima volta ci è apparso il sito di un fantomatico sceriffo. Ma potrebbe capitare anche quello di una ditta che produce trofei, di un dentifricio, di una pizza, cappelli, gospel, attrezzature per ufficio. E l'elenco non termina qui perché ce ne sono a decine. Il perché lo spiega a youmark Matthijs de Jongh, strategy director dell'agenzia, che lancia un invito al nostro paese.
A dispetto del principale obiettivo per cui tutti aprono un sito, farsi trovare, l'olandese KesselsKramer gioca a nascondino. Fondata nel 1996 da Erik Kessels e Johan Kramer, la sigla ha fatto della creatività il suo asso nella manica. Tanto da aver sedotto nel 2001 l'italiana Diesel e nel 2003 Fila, altro marchio nostrano. Ma anche Audi, Heineken, Nike, Levi's. E molte altre.
Dietro la scelta dei siti civetta solo la voglia di soprendere e giocare o un disegno strategico più preciso? "La maggior parte delle agenzie hanno siti prevedibili. Chi siamo, qual è la nostra visione, i nostri clienti, le nostre campagne, come contattarci. Noi amiamo la varietà, l'inatteso. E ci siamo chiesti come poterlo tradurre in un sito. Tra l'altro, il non essere facilmente reperibili fa da filtro. Alla fine ci chiamano solo le persone veramente interessate".
Per diversi anni avete collaborato con Diesel. Vi piacerebbe mettere in portfolio qualche altro brand italiano?
"Amiamo il vostro paese e lavorare per Diesel è stata un'esperienza che ha dato numerosi frutti. Anche il terribile caffè olandese è un altro motivo per venire di frequente in Italia, che ha moltissimi grandi brand con cui lavorare. Tutto ciò che riguarda il design, lo slow food, moda, cultura, media, calcio e, ovviamente, il caffè, ci attrae tantissimo. Le auto solo se sono attente all'ambiente. Ma, probabilmente, il miglior brand italiano per cui lavorare è l'Italia stessa".
I new media hanno cambiato il vostro mood creativo?
"Essendo interessati al 'diverso' e a tutti i nuovi modi di comunicare, troviamo le opportunità offerte da internet e dai cellulari un importante spunto per la creatività. Ma non devono diventare il punto di partenza per trovare un'idea, che deve nascere a monte. Ci piace anche utilizzare i 'vecchi' media in modo innovativo. Tra l'altro, in Italia sul fronte creativo c'è molto a cui attingere".
E' appena iniziato un nuovo anno. Qual è il tuo augurio al mercato dell'advertising?
"Viviamo in un'epoca in cui ci sono moltissimi problemi. La scarsità mondiale di cibo e acqua, inquinamento, tensioni sociali e razziali. Tutto questo può rendere depressi. Ma al contempo essere vissuto come la più grande sfida creativa di tutti i tempi. Soprattutto le agenzie di pubblicità, che realizzano la gran parte dei messaggi percepiti dalla gente, dovrebbero diventare un pochino più critiche sul significato del proprio lavoro. Ma, a parte ciò, possa tutta la gente del mondo bere più caffè italiano. C'è ancora molto da fare per dare la giusta risposta a Starbucks. Italia, svegliati"!
guarda tutte le Interviste