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Perché Milano non perda il suo cinema

10/01/2008

Il Miff, Milano International Film Festival, reclama attenzione. Il festival milanese del cinema indipendente, giunto alla sua ottava edizione, chiede di essere ascoltato. Lo fa partendo da una campagna di sensibilizzazione a firma Governance Adv, on air per tutto gennaio su 475 mezzi pubblici, grazie alla media partnership con IgpDecaux. Ma anche facendo sentire le sue ragioni in nome della tradizione cinematografica meneghina, che chiede riscatto. Come ha raccontato in videoconferenza da Los Angeles Andrea Galante, suo fondatore, in occasione della presentazione della campagna.

Le immagini da sole parlano. Così quelle pensate da Cristina Rauso, coordinatrice del reparto creativo Governance, non lasciano dubbi sull’intento. Stimolare i milanesi a riappropriarsi del cinema, puntando su un festival come il Miff, finalizzato alla diffusione del cinema di qualità internazionale. Quello indipendente. Dove almeno il 51% della produzione non compete a una ‘major’, pur se a lei può poi spettare il business della distribuzione. Anche perché lo stesso mercato cinematografico va in questa direzione. Con i colossi che riducono le produzioni in ‘proprio’ attingendo dagli indipendenti.

Ne sono esempio film quali 'Il Signore Degli Anelli', 'Gangs of New York', 'Chicago'. Che non lasciano dubbi sul falso credo che quello indipendente sia sempre e comunque low cost. Insomma, il Miff dovrebbe diventare per il cinema a Milano un presupposto di rinascita. Nei progetti, infatti, si torna anche a pensare al Mifed che, nel 2004, alla sua settantunesima edizione, chiudeva i battenti privando tutti di uno dei più importanti film market del mondo. Magari potrebbe rinascere. Con formule e contenuti innovativi: nuove tecnologie (digitale), nuovi contesti (rapporto tra cinema-comunicazione-imprese) e nuovi mercati (web, canali telefonici e satellitari).

Ma torniamo al Miff. Perché questo festival si sente comunque bistrattato. In primo luogo sul fronte dei finanziamenti (dalla sua nascita quelli ricevuti ammontano appena ad 80.000 euro). Troppo esigui per realizzare l’intento di emergere nel panorama internazionale. E il paragone con quanto già esiste non regge. Basti pensare che la Festa del Cinema di Roma costa ben 10 milioni di euro. Alla kermesse milanese ne basterebbe 1 per fare un lavoro di ottima qualità. Anche perché, come da Galante ricordato, queste iniziative permettono di quadruplicare la resa dell’investimento che richiedono, con ripercussioni positive sul territorio e sullo stesso mercato della cinematografia.

Non a caso il Miff chiede aiuto agli sponsor. Aziende che a vario titolo vorranno legare i loro brand e la loro storia a questo cinema. Tenendo presente che il capoluogo lombardo ha una tradizione cinematografica molto legata all’impresa. Registi quali Ermanno Olmi hanno iniziato così la loro carriera, nel caso specifico girando il primo film per Edison. Negli anni, però, si è creato uno scollamento tra cinema e aziende. Anche a causa degli sfavori della critica, a condanna di intrusioni ‘commerciali’ in opere che dovrebbero appartenere alla cultura. In realtà una retorica tutta italiana. Come da Galante sottolineato, infatti, negli Usa, dove il pragmatismo vince, il cinema ha imparato a non aspettare i finanziamenti governativi diventando a tutti gli effetti forma di investimento, per privati interessati al suo business.

Da noi il cammino è appena iniziato, favorito dall’introduzione in finanziaria 2008 del ‘tax shelter’ (chi investe nelle produzioni cinematografiche nei prossimi tre anni godrà di un credito d’imposta del 40% per un investimento massimo di 3 milioni di euro, oltre ad agevolazioni fiscali studiate per chi opera nell’industria cinematografica), da tempo realtà in molti altri paesi.

Così dall’anno scorso anche il Miff ha ‘sdoganato’ il connubio, aprendo la competizione alla categoria ‘Corporate Film’, ossia filmati aziendali realizzati con criteri cinematografici, scegliendo di utilizzare il cinema quale strumento di comunicazione. Un riconoscimento alla tradizione meneghina e al valore delle sue produzioni pubblicitarie, ingredienti che peraltro possono facilitare il lavoro dei filmaker, con il digitale a sposare a pieno titolo le esigenze di contenimento dei costi cui spesso è sottoposto il cinema indipendente. Perché i due mondi non devono essere in confitto, quanto piuttosto cooperare allo sviluppo di sinergie di linguaggi e progettualità

Da quest’anno, infatti, il Miff ha anche introdotto un nuovo concorso che vedrà i filmaker impegnati nella definizione di una sceneggiatura in cui gli sponsor in causa verranno a costituire dei ‘paletti’ obbligati cui attenersi. Oltre all’organizzazione di una giornata di convegno dedicata al tema del product placement.

Per concludere, due parole circa la data della sua realizzazione, in merito alla quale la discussione con l’amministrazione comunale è stata piuttosto accesa. Perché il Miff difende quale strategica la scelta di aprile, anziché sposare settembre, come suggerito dall’assessore Giovanni Terzi. Così in quel mese il Miff si concentrerà solo sul Festival, la grande vetrina voluta dallo stesso Comune per dare visibilità a tutte le manifestazioni cinematografiche della città, indipendentemente da quando si siano effettivamente svolte nell’anno.

Strategica perché la prima metà di aprile permette al Miff di entrare nel calendario degli eventi cinematografici più prestigiosi a livello internazionale, sfruttando momenti e contenuti ancora non coperti da altri. A gennaio si svolge il Sundance di Park City, a maggio il Festiva di Cannes, e in autunno, Venezia, Toronto, la Festa del Cinema di Roma, Pusan e il cinema asiatico, e l’Afm di Santa Monica, uno dei più importanti mercati indipendenti degli Usa.

Strategica anche perché consente di sfruttare l’eco internazionale del successivo Salone Del Mobile di Milano, nonché, per quest’anno, l’atteso annuncio della vittoria, almeno stando a quanto previsto, di Milano quale patria per l’Expo 2015, visto che la decisione ufficiale dovrebbe essere divulgata per fine marzo.

Infine, merita di essere ricordato che il Miff concede una replica americana a Los Angeles immediatamente dopo l’esordio milanese, con una rassegna dei film vincitori. In programma anche la definizione di una nuova edizione a San Francisco per inaugurare il sodalizio tra cinema e arte.

 

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