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I trend del marketing 2008

09/01/2008

Tornano in primo piano, o meglio restano, visto che mai nessuno ha osato dubitare della loro importanza, i fondamentali del marketing. A convincere i manager associati al The Marketing Executive Networking Group, infatti, sono sopratutto le azioni dirette a ‘coccolare’ il consumatore: soddisfazione, fedeltà, retention e qualità dei prodotti servizi, con un occhio di riguardo alla propria posizione sul web. Ma anche il bisogno di strategie ‘sostenibili’, con i temi ambientali ed energetici a fare da padroni. Come sintetizzato dalla ricerca a firma Andersen Analytics.

La costumer satisfaction definirà gi obiettivi della maggior parte dei manager americani, venendo citata dal 75% degli intervistati. Immediatamente dopo brand loyalty, 55%; customer retention, 58%; quality, 54%; e marketing Roi, 53%.

Ampiamente superata la fase sperimentale anche la rete entra a pieno titolo nelle priorità strategiche, al punto che le attività di Seo (search engine optimization), dunque di definizione del migliore posizionamento della propria realtà web all’interno dei motori di ricerca, divengono fondamentali per poco meno della metà del campione.

Strettamente correlati alla strategia web, i temi della personalizzazione continuano a definire l’attualità del marketing contemporaneo. Data mining (35%), ossia l’estrapolazione e l’analisi dei dati rilevanti; Crm (29%), dunque customer relationship management; lead generation (33%), in poche parole la creazione di motivi per interessare il consumatore, dal direct marketing all’e mail marketing, dalle rp agli eventi; one to one marketing (35%); e commerce (42%); competitive intelligence (43%), sintetizzata da Michael Porter come il percorso che porta a dare l’informazione giusta alla persona giusta, al momento giusto, per prendere la decisione giusta. Insomma, l’insieme delle attività che sistematicamente vengono implementate per assicurare al management le informazioni rilevanti sull’ambiente esterno, dal mercato al contesto legislativo, dai trend alle innovazioni.

Inevitabile la necessità di occuparsi di ambiente. Non a caso il così detto ‘green marketing’ diviene cruciale (37%), articolandosi nell’interesse verso global warming (30%); energie alternative (31%); salute, (31%).

Senza dimenticare che appare smentita la convenienza dell’esternalizzazione, al punto che l’outsourcing non convince il 77% degli intervistati, scottati da esperimenti che hanno visto allargare le competenze esterne a funzioni di marketing analitico e di data processing.

La globalizzazione dei mercati, poi, ha messo in primo piano la logica multietnica, impegnando su questo fronte aziende e brand. Marketing multiculturale e multilingua, ma anche ottiche globali e attenzione ai mercati emergenti, fanno ormai parte della quotidianità strategica.

Con la Cina a identificarsi quale paese dalle maggiori opportunità, 52%, seguito dall’ India, 20%. A essere menzionati, comunque, sono anche Europa dell’est e dell’ovest, America Latina, Brasile. Russia e Messico.

Ma chi è il consumatore più bersagliato dalle strategie del prossimo anno? Se i Baby Boomers, ossia i nati tra il 1946 e il 1964, continuano ad attrarre il marketing contemporaneo (88%), la cosiddetta Generazione X, a loro immediatamente successiva, inizia ad avere voce altrettanto grossa (86%), così come le popolazioni latine (86%), le donne (85%) e la nuova Generazione Y, dunque i nati tra il 1979 e il 1999 (84%).

Infine, la formazione, meglio le letture. Tra i libri più recenti il podio spetta a ‘Good to Great’ di James C. Collins, che si conferma primo assoluto anche quando l’ottica supera i confini delle pubblicazioni più recenti. Secondo preferito è ‘The World is Flat’ di Thomas Friedman, seguito da ‘Blink’ di Malcom Gladwell.

Tra i guru, invece, spiccano Seth Godin, Steve Jobs e Peter Drucker.

 

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