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Confindustria Digitale lancia un progetto di sviluppo per l’Italia

11/04/2012

'Internet cambia l’Italia' è racchiuso in questo slogan il senso del primo Italian Digital Agenda Annual Forum tenutosi oggi a Roma, con cui Confindustria Digitale, la nuova federazione delle imprese dell’Ict, ha voluto chiamare a confronto il Governo sull'opportunità che lo sviluppo dell’economia digitale rappresenta per rilanciare la crescita e modernizzare il Paese. 

All’incontro, oltre al presidente di Confindustria Digitale Stefano Parisi, sono intervenuti Neelie Kroes, commissaria europea con delega all’Agenda Digitale, i ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera e dell’Istruzione Francesco Profumo, responsabili della Cabina di regia, Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, Riccardo Donadon fondatore di H-Farm Ventures, Carlo Maccari assessore alla digitalizzazione della Regione Lombardi, Marco Polillo presidente di Confindustria Cultura Italia e il sindaco di Firenze Matteo Renzi. 

Oggi l’economia digitale in Italia pesa il 4% sul Pil, dato che segnala il ritardo del nostro Paese, dove l’uso di internet è ancora limitato al 50% della popolazione (68% la media Ue27), la pratica dell’ e-Government riguarda non più dell’8% (21% Ue27) e quella dell’e-commerce il 15% (43% Ue27). Dal lato delle imprese, solo il 4% effettua vendite direttamente online a fronte di una media Ue27 del 12%. 

Per questo l’obiettivo prioritario da raggiungere entro il 2013, commenta in una nota Parisi, deve essere quello di recuperare il gap con l’Europa sull’uso dei servizi Internet, mentre vanno contemporaneamente messe in atto una serie di azioni, indispensabili per consentire all’Italia di raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Agenda digitale europea per il 2015. 

Il piano di Confindustria Digitale per l’attuazione dell’Agenda digitale prevede:
- Sviluppo della domanda pubblica e privata di servizi online: gli adempimenti dematerializzati devono diventare la regola e quelli allo sportello l’eccezione
- Pubblica Amministrazione: switch-off Scuola e Sanità; Carta d’identità elettronica; banche dati pubbliche interoperabili e su cloud; obbligatorietà acquisti online
- Famiglie: Iva al 10% per acquisti online su piattaforme che operano in Italia; Iva al 4% per contenuti editoriali online
- Imprese: detassazione parziale ricavi delle Pmi da e-commerce
- Investimenti infrastrutturali: nessun ricorso a fondi aggiuntivi. Occorre un quadro autorizzativo semplice e omogeneo per favorire gli investimenti nelle reti tlc e l’impiego delle risorse già individuate dal Piano UltraBroadband del Ministero per lo Sviluppo Economico su aree in digital divide, a sostegno degli investimenti delle reti mobili a banda larga nei comuni con meno di 3.000 abitanti e della fibra ottica nei distretti industriali
- Ecosistema internet: l’obiettivo è lo sviluppo dell’offerta legale dei contenuti. Riforma del diritto d’autore, diffusione delle modalità di pagamento elettronico, tutela della privacy
- Creazione di un vero mercato di Venture capital: l’obiettivo è sostenere la nascita di giovani start-up internet italiane 
- Detrazione d’imposta per gli investimenti di fondi di venture capital nelle start up; creazione di un exit market con sgravi fiscali per le aziende che decidessero di acquisire start-up italiane o che abbiano sponsorizzato la nascita di incubatori o piattaforme di aggregazione di idee e iniziative imprenditoriali; creazione di un social network per la promozione delle start up
- Formazione dei lavoratori non nativi digitali. Occorre promuovere un piano di rioccupabilità legato agli skills ict puntando ai fondi interprofessionali. Nel 2015 la Commissione Europea ha stimato che il 90% dei lavori richiederà skills Ict in tutti i settori. Ma in Italia meno del 10% delle ore di formazione viene dedicato a competenze digitali.

 

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