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Iap, nel 2011 oltre 900 i casi trattati

03/04/2012

L’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, organismo di controllo della comunicazione commerciale cui aderiscono imprese utenti di pubblicità, agenzie di pubblicità e mezzi, ha chiuso l’esercizio 2011, 46° anno di attività, superando quota 21.000 interventi conclusi dalla sua costituzione nel 1966. Da allora sono stati 21.275 i casi trattati e risolti, dei quali 18.758 dal Comitato di controllo e 2.517 dal Giurì.

I dati sono stati comunicati ieri in apertura dell’incontro-dibattito sul tema 'Nuove frontiere della comunicazione commerciale e ruolo degli Organismi di controllo', svoltosi a Milano in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario Iap 2012.

Nel 2011 il Comitato di controllo ha trattato 902 casi, in crescita rispetto agli 857 del 2010, di cui 665 risolti in via breve (al termine di uno scambio di corrispondenza tra Comitato e azienda, prevenendo così il sorgere stesso del contenzioso). Ha emesso 106 ingiunzioni di desistenza ed inoltrato 29 istanze al Giurì (27 casi su 29 hanno trovato conferma dall’organo giudicante come messaggi ritenuti non conformi al Codice di autodisciplina). Da segnalare inoltre i 102 pareri rilasciati dal Comitato di controllo prima della diffusione del messaggio (furono 82 nel 2010). 

Per quanto riguarda il Giurì, nel 2011 ha emesso 74 pronunce, di cui 29 su istanza del Comitato di controllo e 45 su istanza di parte. Basandosi l’intero sistema sul rispetto delle decisioni di inibitoria su base contrattuale, emerge che nel 2011 il 94% delle decisioni abbia avuto immediata esecuzione e solo nel 6% (cioè 5 casi su 74) si sia riscontrata un’inottemperanza, poi comunque sanzionata dal Giurì.

Oltre il 70% dei casi trattati dal Giurì è stato risolto tra 8 e 12 giorni liberi lavorativi, il 17,7% tra 13 e 16 giorni e solo l’8,8% dei casi ha richiesto oltre 16 giorni. Con riferimento al tema della tutela e rispetto della dignità della persona, nel 2011 il 43,8% dei provvedimenti formali emessi dal Comitato di controllo ha riguardato la tutela del cittadino. E di questi, quasi il 70% ha interessato la tutela dell’immagine della donna.

 

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