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Confcommercio, nel 2012 record negativo per consumi e pressione fiscale

23/03/2012

Secondo l'Ufficio Studi Confcommercio, i consumi reali pro capite scenderanno del 3,2 per cento superando il dato negativo del 1993. La pressione fiscale sui contribuenti in regola arriverà al 55 per cento, primo posto al mondo. 

In Italia la pressione fiscale si appresta a raggiungere, quest'anno, i massimi di sempre. Se con il 45,2% si passerà ufficialmente dal settimo al quinto posto nella classifica europea. Ma la realtà, secondo l'indagine 'Le prospettive economiche dell'Italia a breve-medio termine' elaborata dall'Ufficio Studi Confcommercio e presentata a Cernobbio, sarà peggiore: eliminando dal Pil la quota di sommerso, la pressione fiscale legale, cioè quella gravante sui contribuenti in regola, arriverà al 55%, ovvero al primo posto al mondo.

Dallo studio emergono altre note poco liete. Il Pil è oggi ai livelli fatti segnare nel 1999 e il 2012 sarà un anno peggiore in Italia rispetto a tutti i nostri principali partner europei. Nei tredici anni che vanno dal 2000 al 2012, l'Italia ha perso in termini di Pil reale pro capite il 9% rispetto alla Germania, l'11% rispetto alla Francia, il 22% e il 18% rispettivamente nei confronti della Spagna e del Regno Unito. 

C'è poi allarme rosso per i consumi, scesi al livello del 1998, e da questo punto di vista il 2012 sarà uno dei momenti peggiori della storia economica italiana: -2,7% i consumi reali rispetto al picco negativo del 1993 (-3%), ma -3,2% - ovvero record negativo assoluto - se si considerano i consumi reali pro capite. 

E sui consumi stessi si è già abbattuto, e andrà peggiorando, l'effetto degli incrementi delle aliquote Iva. Nel quadriennio 2011-2014, secondo l'Ufficio Studi, la perdita cumulata di spesa reale ai prezzi del 2011 dovrebbe essere di poco meno di 39 miliardi di euro, circa l'1% del volume dei consumi in media per ogni anno. In assenza di manovre Iva, nel 2011 ci sarebbe stato un incremento della spesa reale delle famiglie residenti pari allo 0,4% invece dello 0,2 consuntivato. Mentre la previsione per il 2012 sarebbe stata di un -2,1% invece dell'attuale -2,7% e per i due anni successivi di +0,1 e +0,7% invece di -0,8 e +0,6%. Visto che l'80% circa dei consumi va a premiare la produzione nazionale, questo causerà verosimilmente una contrazione della produzione e del Pil. 

Per quanto riguarda infine le previsioni macroeconomiche, secondo l'Ufficio Studi Confcommercio, nel 2012 il Pil arretrerà dell'1,3%, per poi risalire a quota zero l'anno prossimo e al +0,9% nel 2014. I consumi sono visti in calo del 2,7% quest'anno e dello 0,8% nel 2013, con ripresa al +0,6% nel 2014. L'inflazione salirà nel triennio del 3,1, del 2,9 e dell'1,9%.

 

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