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Digitale: siate semplici, belli e responsabili. E che le aziende guardino oltre il proprio ufficio

21/03/2012

La seconda è una frase che aggiungiamo noi, visto che da quanto ci risulta i responsabili di aziende italiane presenti all’ultimo SXSW Festival di Austin erano rarissimi, sollecitando il consiglio lanciato nel titolo. Perché, è vero, la crisi conta, ma lo è altrettanto che solo l’innovazione può vincerla, sapendo ammettere che il mondo è cambiato e che non cavalcarlo significa perdere competitività. Insomma, l’Italia ha bisogno di cultura del nuovo, di curiosità, di entusiasmo. E altrettanto ha la comunicazione, mai come oggi bisognosa di osmotico interscambio. Internazionale, generazionale, professionale, specialistico, disciplinare. Con il digitale a racchiudere in sé il tutto. Quest’anno più che mai, sorprendendo non tanto per applicazioni dagli effetti speciali, ma predicando tre fondamentali must: semplicità, bellezza e responsabilità sociale. 

Di questo abbiamo parlato con Matteo Sarzana, general manager di VML, divisione digital di Y&R Brands, fresco di rientro dal SXSW, di cui ci aveva quotidianamente aggiornato con le sue pillole in diretta. 

Nello specifico: semplicità, nel senso di elaborazione di servizi facili da utilizzare e che realmente soddisfino le esigenze dei consumatori. Bellezza, alla Pinterest che ne ha fatto driver di successo volendo concentrare lì pure gli investimenti futuri. Responsabilità sociale, citando il progetto Pantene quale emblematico, così come dimostrando quanto ammontare e qualità degli impegni in csr siano ormai decisivi nell’attrarre e trattenere talenti in azienda. 

In quanto al resto, meritano un sorriso le polemiche che il progetto Bbh con gli homeless trasformati in antenne wireless mobili ha sollevato (in realtà loro ci hanno guadagnato e ad Austin si era già abituati all’umanizzazione della tecnologia, vedi le hostess convertite in punti di ricarica per cellulari), così come vale la pena ridimensionare la portata dell’outing fatto dal guru dei blog Nick Denton (creatore di Gawker media) che al SXSW confidava quanto la maggior parte dei commenti siano ininfluenti e non creino intelligenza. Ridimensionare nel senso di rapportare tutto al reale, dove, in qualsiasi occasione, la scrematura dei propri interlocutori va fatta sempre e comunque. 

Ma, in ogni modo la si pensi, inopinabile purtroppo resta un dato di fatto. Nel confronto internazionale l’Italia digitale continua a provare una certa frustrazione. Peccato che la colpa ricada sempre sul sistema, disoggettivando le possibilità di soluzione, privi di colpevoli tangibili con cui prendersela. Speriamo, comunque, che gli sforzi che il Governo Monti sta compiendo in tema di agenda digitale diano a breve frutti. Così come ci si augura che anche il nostro Paese capisca l’importanza del venture capital. Senza, non ci sono start up. E senza start up non c’è innovazione. Quindi diffusione della nuova cultura. Non a caso, tra i compiti delle agenzie, Sarzana sottolinea l’educativo. Soddisfatto di come la propria sia riuscita in merito a spostare il business dal banner ai progetti strategici di ampio respiro.

 

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