Prosciutto di Parma. Non solo buono, fa bene. La comunicazione per informare. Al via lo spot
20/03/2012
Che è quello firmato da Ogilvy&Mather che ha già fatto il suo esordio lo scorso anno e che caratterizzerà anche la comunicazione 2012 (l’investimento come di consueto si aggirerà sui 7-8 milioni, in fase di decisione la ripartizione tra Italia ed estero. A oggi degli oltre 9 milioni di prosciutti prodotti - valgono 1.500 milioni di euro di giro d’affari al consumo - il 74% è destinato al nostro mercato, seppur il restante viene esportato in 60 paesi del mondo), tutta concentrata nel prossimo semestre e, soprattutto, volendo puntare sull’informazione (all’attività di ufficio stampa ci pensa Aida Partners Ogilvy PR). Perché la qualità di questa eccellenza italiana non è sempre così scontata nella mente del consumatore. Intendendo non certo il percepito di un brand conosciuto e apprezzato worldwide, ma in termini di conoscenza scientifica del suo valore nutrizionale.
Non a caso, ieri a Milano, il Consorzio (sono affiliate 160 aziende) ha esordito in una conferenza stampa al tema dedicata, esponendo l’indagine di aggiornamento dei valori nutrizionali condotta di concerto con la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari (Ssica) e l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran).
I risultati non lasciano dubbi. Non solo ribadiscono il superamento di luoghi comuni che vedono gli insaccati immolati in gruppo all’altare della corretta alimentazione, ma disegnano un prodotto unico, che nel tempo va addirittura migliorando le proprie peculiarità. A partire dal contenuto di sale, oggi ridotto di un grammo ogni 50 di prosciutto.
Rilevante è l’apporto di ferro (ricordando, tra l’altro, che solo quello animale è immediatamente assimilabile) rendendo il prosciutto consigliata abitudine da inserire nella dieta di donne (anche in gravidanza perché la stagionatura allontana ogni pericolo di contrarre toxoplasmosi, nonostante trattasi di alimento crudo) e bambini. Così come significativa è la natura delle sue proteine (cui il tempo di stagionatura garantisce la scomposizione in molecole più piccole e in singoli aminoacidi, significando digeribilità) e della componente lipidica (il prosciutto di parma ha solo 269 calorie per 100 gr, se si toglie il grasso scendono a 176), con elevato contenuto di acidi grassi insaturi (64,9%), quelli che fanno bene alla salute. Oltre alla presenza di vitamine del gruppo B (in particolare B1, B6 e B12)e di antiossidanti naturali, quali la vitamina E ed il selenio.
Al microfono di youmark Paolo Tanara, presidente Consorzio del Prosciutto di Parma.
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