Leach/ bigmouthmedia: imprenditore dell’anno
10/12/2007
Steve Leach è il fondatore di bigmouthmedia, Il 2 dicembre scorso è stato incoronato ‘Imprenditore dell'anno’ in Uk al Growing Business Award, premio dedicato alle aziende con più alto tasso di crescita. In novembre si era anche aggiudicato il medesimo titolo al National Business Awards, sempre in Uk, e in settembre aveva vinto pure al National Business Awards scozzese. Naturale che a youmark sia venuta voglia di conoscerlo.
Anche perché le onorificenze da lui collezionate non finiscono qui. Oltre all’ottima posizione ottenuta da bigmouthmedia nella classifica 2007 dei ‘Migliori posti dove lavorare’ del 'Financial Times', la società quest’anno è stata nominata 'Media Business of the Year' dal Fast Growth Business Awards, vincendo il premio per la migliore campagna di Search Marketing al Dadi Awards (Drum Awards for Digital Industries) e guadagnando la nomination di Media Agency dell’anno all’Ima Awards.
Originario di Edinburgo, Leach ha un trascorso eclettico. Rappresentante di commercio, vigile del fuoco, pilota. Fino all’intuizione che il marketing online sarebbe esploso. Un’idea forte al punto da portarlo a fondare, insieme alla moglie Heather Luscombe, bigmouthmedia nel 1997. Oggi la società è leader. Con un team di oltre 200 persone e 13 uffici in 10 paesi di 3 continenti, supporta le attività online di molti dei più conosciuti marchi internazionali, attraverso Search (Sem e Seo), Online Media Planning, Affiliate Marketing, Social Networking, Brand Monitoring, Online Pr e Web Analytics.
Cosa significa essere imprenditori oggi, quali le nuove 'regole' del successo?
“Essere consapevoli dei propri punti di debolezza. Certamente anche di quelli di forza, ma sono i primi a permetterti di puntare su collaboratori in grado di enfatizzare le potenzialità del tuo business. Perché la creazione dell’organizzazione ottimale è tutto. Intendendo con essa anche la scelta di persone, ruoli, professionalità. Non c’è successo per chi vuole fare da solo. Senza dimenticare, comunque, che l’imprenditore deve possedere doti di leadership, carisma, deve essere aperto ai consigli, curioso, pronto a recepire il nuovo, a sperimentare, collaborativo, intuitivo. Lavoratore, nel senso che l’impegno incondizionato non deve mai venire meno”.
La globalizzazione dei mercati ha reso il modo di fare impresa uguale in tutto il mondo o le differenze locali continuano a giocare un ruolo di primo piano?
“La globalizzazione va ragionata in modo differente a seconda della prospettiva di riferimento. Se riflettiamo sull’organizzazione della nostra azienda, è importante, se non indispensabile, pensare globale. Ma se il parametro di valutazione diventano le opportunità dei singoli mercati, allora torna prepotente il valore della dimensione locale, delle peculiari caratteristiche del contesto di riferimento”.
A proposito di mercati, cosa pensi di quello italiano?
“Avete un clima stupendo. Non è una battuta, perché il sole incide parecchio sullo stile di vita delle persone. In Italia si passa molto più tempo fuori casa rispetto per esempio alla Finlandia, dove, non a caso, internet ha una penetrazione elevatissima. Ma a sorpresa il vostro mercato è più maturo e sofisticato di quanto possa apparentemente sembrare. Sta viaggiando a ritmi veloci di crescita. Ci sono aziende e brand molto interessanti. Noi stessi stiamo valutando progetti nel vostro paese”.
Qual è la tua opinione sul futuro della rete e, più in generale, della comunicazione?
“Non è facile rispondere. Siamo entrati nella fase del consolidamento. Con i new media a non potersi nemmeno più definirsi così nuovi. I prossimi 10-12 mesi saranno cruciali nella determinazione dei rapporti di forza tra i mezzi, indicando anche chi sopravvive e chi no, e quali i più forti. Fondamentale sarà anche capire la direzione strategica di realtà come Google, Yahoo, Msn. Perché le politiche di acquisizione potrebbero spostare l’ottica competitiva, giocando un ruolo attivo in comparti prima a loro estranei. Secondo me creando pure qualche problema. Non è escluso, infatti, un certo conflitto di interessi se andranno ad occupare spazi tipici delle agenzie, dovendo contemporaneamente gestire al meglio le campagne di qualunque cliente”.
Qual è, a tuo parere, il ‘new’ media più interessante?
“Credo molto nel mobile, nelle sue potenzialità televisive. Un mercato ancora in evoluzione, ma il cui punto d’arrivo non è lontano. Si tratta di ottimizzare il rapporto costi benefici. E’ il prossimo terreno su cui si misureranno le realtà Telco. Ma si tratta di mesi, non di anni".
E la televisione?
“Internet e televisione dovranno iniziare a lavorare assieme, convergendo. Nasceranno sistemi più sofisticati, tutta la televisione diventerà on demand”.
Siete una realtà indipendente. E’ difficile restare tale in un mondo dominato da colossi? Quali i vantaggi della scelta?
“La rapidità. Perché l’indipendenza non ti sottopone a rigidità e lentezza degli ingranaggi burocratici, che spesso fanno perdere occasioni o limitano la possibilità di sfruttare le opportunità, trasformandole in vantaggio competitivo. Di contro, l’indipendenza può essere di ostacolo al reperimento delle risorse finanziarie per operazioni di ingente importo. Non a caso, siamo partner di una delle prime private equity company del mondo”.
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