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Dati Findomestic febbraio: se non aumenta la fiducia, i consumi vanno a picco. E con essi l’economia

14/02/2012

Il che non fa certo ben sperare rispetto all’auspicata ripresa sul breve. Il problema principale è la disoccupazione, specie giovanile, e con essa la domanda interna. Con i nostri concittadini a dichiarare la propria aumentata propensione al risparmio (il dato di gennaio passa dai 3 di dicembre ai 10 punti percentuali), lasciando così temere pure per l’auspicato aumento del gettito Iva conseguente al rialzo dell’aliquota. Perché, concedeteci una personale riflessione, oggi anche chi non ha problemi di sopravvivenza se li pone rispetto al futuro. Forte del fatto che la maggior parte dei consumi non rispecchia più soddisfacimento di bisogni e che, dunque, di molti se ne può fare a meno. E anche nelle alte sfere dei redditi con la R maiuscola, complici stretta su beni di lusso e tracciabilità, in molti hanno iniziato a tirare i remi in barca (tra l’altro proprio i cantieri navali stanno già soffrendo. Così come le case d’arte, le auto di lusso e altro ancora.

E il tutto senza che il popolo italiano si senta direttamente responsabile delle maggiori tasse gravanti a causa dell’evasione. Almeno a giudicare dai troppi che ancora razzolano male. Uno su cinque non chiede lo scontrino. E uno su tre non se l’è visto rilasciare negli ultimi 12 mesi, con il 26% degli intervistati dall’Osservatorio Findomestic di febbraio a ritenere che il fenomeno sia destinato inevitabilmente ad aumentare. Istintivo, dunque chiedersi perché i nostri governi non abbiano mai messo mano alla riforma del fisco. L’ottica della defiscalizzazione dei consumi, infatti, ragionevolmente sembra unica via per prendere capra e cavoli. Il concetto, infatti, non fa una piega. Rendi fatture e scontrini ‘utili’ e tutti le richiederanno, con il risultato di far ‘vincere’ tutti. Economia e consumi, consumatori e pure le casse dello Stato.

Ma veniamo al sodo dei dati. L’Osservatorio Findomestic segnala come la fiducia del Paese nei confronti della situazione economica, politica e sociale sia ai minimi storici. Il dato rilevato in gennaio è pari a 3,5 punti, su una scala che va da 1 a 10 e che ha in 7 la soglia positiva minima.

Il 70% degli intervistati si dichiara insoddisfatto della situazione generale. In particolare, a preoccupare più di tutto le famiglie italiane è il dato pesantissimo sulla disoccupazione giovanile, che tocca quota 31%. I più sfiduciati sono gli abitanti del Nord-Est. Sud e Isole e Centro, invece, riportano un sentiment meno negativo, anche se ben inferiore ai 4 punti.

E l’approccio non cambia di fronte al tema che più di tutti in queste settimane ha tenuto banco, l’evasione fiscale. Nonostante l’attenzione dell’opinione pubblica sia ai massimi livelli e nonostante tre italiani su quattro abbiano la consapevolezza che si tratti di un problema molto grave della nostra economia. Infatti, il 21% degli intervistati dichiara di non richiedere mai lo scontrino quando l’esercente non lo fornisce (con un dato che nella fascia compresa tra i 18 e i 34 anni tocca il 26%, e che nel Nordest e al Centro Italia raggiunge il 25%). E il 30% afferma che, negli ultimi 12 mesi, quando si è rivolto ad un professionista, non si è visto rilasciare la fattura (con un picco del 41% al Sud e nelle Isole).

Può essere dettato da tutte queste ragioni l’aumento della propensione al risparmio a 12 mesi. Il 10% degli intervistati si è detto pronto ad incrementare il denaro che vuole mettere da parte. A dicembre questo dato era inferiore di 3 punti percentuali.

In termini generali, i problemi occupazionali e la caduta del potere d’acquisto delle famiglie evidenziano che in Italia c’è anche un rilevante problema di domanda interna, senza la soluzione del quale è difficile ipotizzare una ripresa in tempi brevi.

Previsioni di acquisto a tre mesi
(da gennaio 2012 l’Osservatorio Findomestic è realizzato con la collaborazione di IPSOS. Si suggerisce di tenerne conto, nella lettura dei trend di questo mese, dell’allargamento della fascia di età del campione, da 25-54 a 18-64 anni, e di un nuovo metodo di rilevazione, da telefonico a web, che influiscono sulla confrontabilità con i mesi precedenti).

Elettrodomestici: aumentano sia per i bruni che per i bianchi e i piccoli. E cresce anche l’importo medio.
Salgono al 19% quanti si dicono pronti, nei prossimi tre mesi, a comperare un piccolo elettrodomestico. E arrivano rispettivamente al 9 e al 10% del totale del campione coloro che si preparano ad acquistare un elettrodomestico bruno ed uno bianco. A dicembre, questi dati erano inferiori in media di un buon 20%. In termini di spesa media prevista, per i bruni la cifra di riferimento è di 730 €; 654 € e 175 €, invece, per i bianchi e per i piccoli. Non si tratta dei dati più elevati degli ultimi 12 mesi, l’inversione di tendenza rispetto a dicembre è netta.

Elettronica di consumo: propensione all’acquisto in crescita per tv, telefonini e articoli informatici.
Il 13% degli Italiani si dicono pronti, di qui a tre mesi, ad acquistare un prodotto elettronico, come una tv, un pc o uno smartphone. A dicembre, la quota di quanti si dichiaravano propensi ad un acquisto di questo genere era inferiore al 10%. Cresce pure la spesa media prevista. Per un computer si è passati dai 372 € medi preventivati alla fine del 2011 agli attuali 560.

Auto e moto: lieve miglioramento per il comparto, anche se le rilevazioni restano ai minimi.
Dopo aver toccato i livelli più bassi di sempre alla fine dello scorso anno, la propensione all’acquisto di auto e moto in gennaio sono risalite, seppure mantenendosi su riscontri molto bassi. Rispettivamente, ogni 100 consumatori, mediamente non più di 3, di 2 e di 1,5, si dicono interessati a comprare un’auto nuova, una usata o una moto\scooter.

Casa e arredamento: risalgono le previsioni per l’acquisto di mobili e complementi d’arredo. Ma il mercato immobiliare resta stabile.Tra dicembre e gennaio passano dal 2,5 a più del 10% coloro i quali si dicono pronti, nel giro di tre mesi, a comprare mobili e complementi d’arredo. Le previsioni di acquisto di abitazioni nuove risalgono anch’esse, seppure non più del 5% degli Italiani si dicano intenzionati a fare un investimento del genere.

Tempo libero: cresce la voglia di vacanze. E aumentano anche gli acquisti di abbigliamento sportivo.
Risale oltre 20%, dopo la flessione dell’ultimo trimestre 2011, la quota di quanti sono pronti, nei prossimi tre mesi, a partire per una vacanza. Segno più anche per il numero di quanti si preparano a comprare abbigliamento od attrezzature sportive e prodotti per il fai-da-te.

 

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