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Gianfranco Fina
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Arriva il nuovo spot Morellato. Fina: il gioiello democratico batte la crisi

14/09/2011

Ideata da Attila & Co e pianificata da Mindshare parte la nuova campagna stampa e tv di Morellato, con lo spot in programmazione da lunedì prossimo. Gianfranco Fina, direttore marketing e comunicazione Morellato, ha risposto a cinque nostre domande. 

Una nuova campagna nel segno di una strategia che ha segnato il post Grey. Come sta andando? L'impronta e il posizionamento più alto di gamma pagano in termini di business?
“Sì, perché siamo rimasti coerenti con i valori del marchio, ovvero gioielli da vivere, quotidiani, per una donna self confident e contemporanea. Quello di cui avevamo bisogno era un tone of voice diverso, più fresco”. 

Quali sono i pilasti della vostra strategia di marketing oggi? Comunicazione, distribuzione, prezzo, prodotto o che altro?
“Abbiamo cercato di affinare un po’ tutto. Ovviamente la svolta in comunicazione è più rapida da realizzare e anche la più immediata da percepire. Ma il lavoro parallelo che stiamo svolgendo muovendo tutte le leve, distribuzione compresa, sta dando i suoi frutti”.

Il Made in Italy sembra avere un futuro segnato all'estero, dove la nostra cultura del saper fare, del bello e ben fatto trova i favori dei mercati emergenti. Che fate per conquistare i consumatori d’oltre confine?
“In parte li abbiamo già conquistati. Il Far East è il nostro mercato principale. Ma guardando più vicino, Spagna, Francia e Germania sono paesi che ci danno grandi soddisfazioni. Purtroppo è l’Italia l’area più problematica perché qui la difficoltà del mercato economico si riflette più che altrove sui consumi”. 

Quanto l'extra media tradizionale conta nei vostri investimenti. Web e social funzionano per gioielli e affini?
“Il nostro gruppo investe in comunicazione complessivamente circa 20 milioni l’anno. Una cifra che è stata confermata anche per il 2012. Il budget stanziato per le attività digitali e mobile è incrementato del 15%, anche se la tv fa sempre la parte del leone. Ma è cambiato il modo di pianificarla, perché fino a tre anni fa bastava puntare sulle reti Mediaset tradizionali e si era certi della copertura del target. Ora, con l’avanzata del satellitare e delle digitali, tutto è cambiato. Ci siamo focalizzati sul nostro target e scegliamo solo le reti dove siamo certi di raggiungerlo. Per quanto riguarda l’area web e social, non si può più starne fuori. Le iniziative interattive a cui abbiamo dato vita, ad esempio insieme a Microsoft Advertising, stanno funzionando benissimo”. 

Qual è la vostra previsione alla luce degli andamenti dell'economia attuale. Il peggio deve ancora arrivare?
“Il nostro è ormai un business consolidato. Si possono verificare piccole variazioni, ma che non cambiano i destini dell’azienda. Abbiamo un portafoglio prodotti con un costo che oscilla dai 30 ai 140 euro, proposte appetibili e accessibili che rispondono al contesto attuale. Quello che nella moda ha decretato il successo di insegne come Zara e H&M".

 

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