AssoComunicazione 'Comunicare Domani': speriamo sia ancora possibile. Aizziamo l’orgoglio
01/07/2011
Nonostante la voglia di pensiero positivo ci sia tutta, infatti, sembra proprio che al sistema della comunicazione italiano più che l’intento serva ferrea volontà. Tanti i temi in ballo, forieri dei non rosei risultati attesi. Le stime ottimistiche, infatti, parlano di investimenti 2011 (ascolta l’intervista ad Attilio Redivo, presidente centro studi AssAP Servizi, nonché ad MediaCom, tra i relatori dell’incontro AssoComunicazione 'Comunicare domani' - Le dinamiche degli investimenti in comunicazione 2011) in flessione dello -0,7% (nel mondo è atteso un +4,8%, che in proiezione 2012 diventa +6,8, incremento trainato soprattutto da Cina e Usa, seguiti dal Brasile. Sempre meno advertising, poi, sempre più comunicazione, con la tv regina anche nell’internazionale, ma tallonata a vista dalla rete), evidenziando il dato una competizione sempre più globale che rischia di lasciarci al palo.
Considerando, soprattutto, che il valore degli impieghi è punta dell’iceberg di una situazione che vuole ‘un ritorno’. Parliamo del ventennale progressivo degrado del fatturato delle agenzie, mai come oggi ridotte all’osso, da una competizione malsana, giocata al sotto costo. Con il rammarico di non poter nemmeno dare la colpa ai clienti, le cui industrie sanno ogni giorno lottare per mantenere la propria profittabilità ai livelli adeguati. La comunicazione no.
E neppure tutto l’impegno AssoComunicazione (vedi campagna Crap e vedi l’annunciata imminente apertura di un tavolo di discussione con Upa) potrà se i singoli non impareranno a dire no. Anche perché più la comunicazione abbassa il suo livello qualitativo, meno è efficace. E poi sarà difficile spiegare alla aziende che quelle che investono vendono di più.
Ma torniamo ai numeri. Il nostro mercato nel 2011 varrà 9.294 milioni di euro (quello mondiale 500 billioni). Il digitale supererà il 10% a quota 12,6%, con un +18,2% sul 2010. Il display crescerà intorno al 20% il video advertising del 66%. Positiva anche la performance del search (+24%) e, seppur più modesta (8,8%) quella del mobile.
Insomma, il digital resta di fatto l’unico l’unico media con il + davanti (+18,2%), anche la tv, infatti, pur confermandosi regina (ma come d’altronde lo è nel mondo) al 51,9% quest’anno flette dell’1,7%. Rai e Mediaset seppur perderanno nel confronto con l’anno precedente, varranno sempre oltre l’84% degli investimenti sul mezzo, anche grazie ai canali digitali (complessivamente il digitale terrestre va a +120%). Bene La7. Senza l’aiuto dei Mondiali perderà, invece, la satellitare (-5,5%), così come tematiche e locali, schiacciate dalla concorrenza del digitale terrestre.
Piange ancora la stampa (-3,5%), seppur il mercato sembra iniziare a recepire le nuove iniziative editoriali multipiattaforma. Quella quotidiana, comunque, è a -3,7% (l’automotive si sta dando alla Tv, frenano finanza- assicurazioni e distribuzione), contro il -16% della free press (ha chiuso Epolis ed è sempre più agguerrita la concorrenza di smartphone e tablet). I magazines vanno meno male dello scorso anno, ma lasciano sul campo il 3,2% degli investimenti.
La radio è il mezzo più penalizzato (certamente l’assenza dei dati Audiradio ha il suo peso), con una contrazione della raccolta pari al -7,2% (radio nazionali -6,3%, locali -9,5%).
Il cinema chiude in flessione del -7,6%, senza che digitalizzazione, 3D e recente rilascio dei software di pianificazione, siano riusciti a farlo pesare di più nel media mix.
Infine, l’esterna. Dopo un 2010 chiuso con una leggera crescita del mezzo, per fine 2011 le attese parlanpo di -5,3%. Vanno peggio i poster, meglio l’arredo urbano(+11,1%), convince il video Ooh (+104%). Trend negativo per dinamica e circuiti tematici (-4,0%), mentre gli aeroporti sono a -1,7%.
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