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Riggi/(ex) TBWA\Italia: da oggi ricomincio da Innsbruck. I creativi italiani? Molti rosicano

01/07/2011

Gli va riconosciuto il merito di aver detto basta a una situazione che iniziava ad andargli stretta. Perché Alessio Riggi, 37 anni, da 13 in pubblicità, ha deciso di voltare pagina e trasferirsi da oggi a Innsbruck lasciando la poltrona di direttore creativo esecutivo in TBWA\Italia sede di Roma, agenzia dove al fianco di Geo Ceccarelli ha trascorso quasi un decennio. Colpa, o merito, del suo essere 'multitasking', di preferire le stategie all'esecuzione, di non amare particolarmente la gestione di un reparto e preferire alla realizzazione delle campagne quanto le precede, cedendo alle sfide del planning. Un saluto alla capitale senza troppi rimpianti, anche perché con TBWA\Italia continuerà ad averci a che fare come consulente, visto che oggi le distanze sia fisiche sia virtuali non esistono più. Le motivazioni che lo hanno spinto, i progetti futuri e alcune riflessioni sul panorama creativo nostrano li potete leggere nelle risposte che seguono.

Lasci perché deluso?
"Tutt'altro. Si tratta di motivazioni personali. Negli ultimi anni ho sviluppato molto la passione per la parte planning del nostro lavoro. Quella che dopo le ricerche porta allo sviluppo del pensiero creativo. Un interesse che poco si concilia con il ruolo che ricoprivo in agenzia. Così ho deciso di ricominciare da capo e vedere quello che succede".

Innsbruck non è Parigi, Londra o New York
"E' una città a misura d'uomo, dove esistono molte agenzie medio-piccole forti nell'area web. 150mila abitanti di cui 60mila giovani. Un mercato diverso da quello italiano dove credo si possa vivere e lavorare serenamente".

Ma di preciso cosa farai?
"Avrò un ufficio presso la P&P Medien, sigla digital che ben si sposa con il mio back ground creativo e con cui collaborerò. Sono anche consulente di marketing e comunicazione dell'etichetta discografica Wasabi, che si appresta a lanciare la cantante Dott Reed. Da impreditore, poi, cinque anni fa ho lanciato la linea di abbigliamento Industrial Strange, puntando per farla conoscere sui social media. Oggi conta 40 punti vendita in Italia e 8.500 fan su Facebook. Ma ho anche altre passioni, mi piace ad esempio scrivere contenuti, di cui la comunicazione avrà sempre più bisogno. Non credo che starò con le mani in mano".

Un altro talento in fuga deluso dall'Italia?
"Non è questo il punto. La situazione del nostro settore rispecchia quella del paese e non c'è discrasia fra i risultati che otteniamo e il contesto in cui operiamo, giusto per far riferimento al Festival di Cannes appena concluso. Che tra l'altro non ritengo più rilevante. Fino a qualche anno fa Cannes condizionava la pubblicità del futuro. Il Grand Prix Film a The Independent 'Litany' del 1999 o quello a Honda Diesel 'Grrr' del 2005 rappresentavano una frontiera, qualcosa che avrebbe condizionato i percorsi futuri. Oggi viene sancito ciò che è avvenuto, non si premiano più i grandi pensieri ma le grandi esecuzioni, come Nike 'Write the future'".

Forse più si alza l'asticella, più diventa difficile superarla. E il contesto è cambiato, più mezzi, più piattaforme, la situazione si è complicata. 
"Vero. Einstein se non sbaglio aveva detto che il segreto della creatività è saper nascondere le proprie fonti. Oggi davanti a questa frase viene quasi da sorridere. In un attimo tutti vedono tutto, a volte scopri che la tua stessa idea l'ha avuta prima di te qualcun altro semplicemente navigando in rete. Non necessariamente copiandola".

Per questo c'è anche un sito dedicato dove vengono postate le campagne e fatti i confronti. Di giorno in giorno si ingrossa grazie al vostro contributo. I creativi amano particolarmente farsi a pezzi fra loro, massacrarsi. Perché tanto livore? A cosa porta? Quando TBWA\Italia ha creato la casa di produzione Industrial Strange in molti hanno detto che a te e Geo era stato dato in mano un giocattolino non avendo in agenzia gran che da fare.
"Non credo che Eni, Bnl, Nissan, Findomestic, solo per citarne alcuni, siano clienti da poco. Probabilmente fanno gola a molti. Oggi Industrial Strange rappresenta una buona quota di fatturato dell'agenzia. E' grazie alla lungimiranza di Marco e Fedele che TBWA\Italia ha continuato a evolversi e crescere. Progetti come ShooTV o First Floor Under non nascono per caso. Io e Geo Ceccarelli non siamo iscritti all'Adci, non amiamo le feste della pubblicità, non leggiamo i blog, dove probabilmente parlano anche male di noi, perché non ci appartengono e ci disgustano. Preferiamo andare avanti per la nostra strada. E' vero, c'è molto rancore. Si preferisce col livore distruggere invece che costruire. Ma forse tutto questo appartiene più a Milano che a Roma, dove la pubblicità finisce alle 20.30 o comunque quando si esce dall'ufficio. Fuori c'è un'altra vita".

 

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