New media, se li conosci li scegli
19/11/2007
Per le agenzie i nuovi media sono un’opportunità. Ancora da loro non completamente colta, a giudicare dalla carenza di conoscenza denunciata dalle aziende, additando proprio i partner in comunicazione quali ‘tutori’ assenti per l’informazione in tema. E a caricare la dose sono soprattutto i big spender, al punto che nel medio piccolo investitore il terreno è più fertile alla ‘semina’. Lo dice una recente ricerca a firma Gundersen Partners, su parere di oltre 400 direttori marketing e generali.
Innanzitutto uno sguardo alla situazione. Oggi circa il 45% dei manager alloca meno del 10% del proprio budget nei new media. Ma in prospettiva, sono il 52% quelli che desidererebbero arrivare a una quota tra il 10 e il 30%, con il 28% a spingersi oltre, dichiarandosi intenzionati a salire oltre il 30%. Per l’80%, poi, la situazione ipotizzata dovrebbe essere raggiunta nel giro di due anni. In minoranza (35%) gli ottimisti, che accelerano l’obiettivo ai prossimi12 mesi.
In molti (40%) a citare l’informazione quale chiave per risolvere gli attuali ostacoli all’impegno. Anche se un 30% delega alla carenza di tempo la responsabilità del non così elevato credo.
In ogni caso, prime ad essere chiamate in causa sono proprio le agenzie. Troppo spesso non si impegnano a fare da traino, spiegando ai clienti prerogative, modalità e potenzialità dei new media, così che possano sentirsi rassicurati dall’acquisita competenza. Anche perché, al di là dell’ampiezza di alternative e opportunità che il nuovo offre, l’insicurezza nasce anche dalla dinamicità con cui tutto lì cambia. L’ignoto contro la testata stabilità dei media tradizionali. Prevedibili, misurabili, che non riservano sorprese.
Sono soprattutto i big spender a non osare. Le aziende che ai media destinano dai 50 milioni di dollari in su, infatti, non accettano di rischiare eccessivamente, anche perché, contro una soddisfazione pari al 70% nei confronti della misurabilità delle performance dei media tradizionali, nel nuovo per loro la quota scende al 60. Così come scarseggia la possibilità di ragionare su simulazioni e test che mostrino i risultati raggiungibili con le diverse alternative.
Ecco perché a fare da ‘apripista’ sono quasi sempre le medio piccole realtà. Ed è su queste che le agenzie dovrebbero iniziare la loro opera di indottrinamento, così da creare expertiese e case history da vendere poi all’intero mercato.
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