Sei in: Youmark > Rubriche > Case History
rss

E’ a Lainate il primo verde McDonald’s. Please, guardate il fine. No censure a priori al mezzo

21/04/2011

Come dire, chissà perché quando a ‘fare del bene’ è un brand come McDonald’s è così comodo inseguire strumentali polemiche e demonizzazioni. Come successe relativamente a McItaly, progetto per esaltare gli 'hamburger made in Italy'  sposato dall’allora ministro dell’Agricoltura Luca Zaia . E come ci si augura non debba succedere se andrà in porto la collaborazione sperata con il ministro Maria Stella Gelmini nell’aMbito del programma di educazione alimentare, con obiettivo di introdurre la frutta fresca nelle scuole. 

Convinto McDonald’s di essere uno dei pochi partner in grado di trattare con esperienza un prodotto così velocemente deperibile. Non a caso, proprio a partire dal nostro paese, l’azienda ha voluto sottolineare la sua vocazione all’etica distorcendo pure quelle che per tempo furono le percentuali del marketing da destinare alla comunicazione della qualità. Oggi, infatti, il 15% degli investimenti prima allo scopo dedicati è andato via via assottigliandosi a favore del fare. Così, a fronte di un investimento di 24 milioni di euro in advertising classico, arrivano circa a 4 gli impieghi in progetti concreti. 

Ad esempio, il nuovo punto vendita verde di Lainate (costato il 20% in più dell’ordinario, superando il valore complessivo i 3 milioni e 800mila euro, dunque avendo assorbito un esborso di 7-800.000 euro in più), ma anche la realizzazione di campi sportivi estivi gratis per bambini (vengono selezionati tramite estrazione, potendo partecipare compilando il relativo talloncino reperibile in rete e nei punti vendita) dove imparare a alimentarsi correttamente (solo 1 Happy Meal a settimana!). 

Il tutto perché essere responsabili fa bene pure al business. Lo dimostra la maggiore penetrazione derivante dal lavoro sulla qualità dei prodotti e dall’introduzione di quelli a gusto italiano, ma anche i risparmi a break even attesi dal nuovo ristorante verde, pari a 60 - 70.000 euro all’anno (ipotizzato un ammortamento in dieci anni). 

Il ristorante, infatti, si alimenterà energeticamente solo con la luce del sole, la forza del vento e il riutilizzo delle proprie biomasse (al momento, grazie a un impianto di generazione, è autonomo al 90% ed entro tre mesi lo sarà al 100% grazie a un impianto di trigenerazione che utilizzerà l’olio alimentare esausto come carburante). 

La sua struttura è antisismica
e all’interno vi è un sistema di supervisione e gestione intelligente, per le utenze elettriche e termiche, chiamato ‘Einstein’ che comunica in tempo reale ai visitatori i dati di consumo e di risparmio del ristorante su monitor posizionati all’entrata. Gli accorgimenti utilizzati vanno dall’asfalto ecoattivo (colpito dalla luce solare aziona un principio di riduzione degli agenti inquinanti), alle nuove generazioni di impianti frigoriferi che permettono un risparmio di energia dal 16% al 28%. Nell’area parcheggio ci sono torrette per la ricarica gratuita delle vetture elettriche

Il ristorante è stato sottoposto alla valutazione complessiva di AzzeroCo2. A valle del primo anno verranno raccolti i risultati delle tecnologie adottate che misureranno la scala reale di sostenibilità. McDonald’s Italia vuole anche ottenere la certificazione 16001, che aiuterà l’impresa ad organizzare sistemi e processi per il miglioramento dell’efficienza energetica con benefici economici e riduzione delle emissioni di gas serra. 

Al microfono di youmark Marco Ferrero, marketing director McDonald’s.

 

guarda tutte le Case History


Giorno Settimana Mese