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Il video realizzato dallaTp in occasione del convegno
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Tp e la ‘new deal’ di norme e valori. Intanto, grazie alle donne, di adv si parla

01/04/2011

Un mercato, quello pubblicitario, che vale 20 mld di euro, indissolubilmente legato a quello della tv, che produce per legge il 17% degli affollamenti pubblicitari, restando fuori controllo il restante 83% dei messaggi trasmessi nei contenuti dei programmi. Ovvio, dunque, che l’advertising non può essere sola imputata alla definizione della ‘condizione femminile’, che mai come oggi sembra indignare personalità di diversa estrazione e cultura. E’ pur vero che lo Iap (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria) nell’ultimo anno ha visto un aumento di interventi e ingiunzioni del 7%. 958 nel solo 2010 e il 75% riguardava pubblicità lesive della dignità e dell’immagine della donna. E’ chiaro, quindi, che un’alleanza con i media è la sola via da percorrere. Ma altrettanto, viene da aggiungere, che la donna è per la pubblicità manna per tornare a fare parlare di sé. Da quanto non si vedevano professionisti di settore al tavolo delle discussioni nazionali? E non è ancora finita (al convegno del Forum dei Consumatori del 4 aprile, a Roma, sempre sul tema sentiremo Annamaria Testa, di recentre rientrata quale socio Adci, dopo 20 anni d’assenza, e Massimo Guastini, neo presidente Adci) .

Ma torniamo al convegno ‘Donna e dignità: da oggetto a soggetto nella cultura dei Valori’, organizzato ieri a Roma da Tp (associazione italiana dei tecnici pubblicitari). Obiettivo, far conoscere l’approccio che i pubblicitari professionisti hanno rispetto al ruolo della donna nelle campagne e i limiti che la deontologia impone all’uso di immagini del corpo femminile.

“La pubblicità deve essere seducente, ma non pornografica; deve riuscire a sedurre, ma non ingannare. L’assunzione di responsabilità del contenuto dei messaggi ingannevoli e subliminali è da ricondurre in primis ai committenti e poi a chi le realizza, ossia i pubblicitari”, ha afferma al microfono di youmark Biagio Vanacore, presidente Tp (vi proponiamo anche il video realizzato dalla stessa Tp in occasione del convegno), proseguendo: ”Dobbiamo aspirare a creare un ‘nuovo corso’ della cultura pubblicitaria, basato sulle norme deontologiche previste per i professionisti del settore comunicazione e sui valori che animano la nostra società. Ma è necessario che media e politica ci seguano”. 

Francesca Mautone, Roma 

 

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