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Prabhakar Raghavan, direttore generale Yahoo! Research e vice presidente Yahoo!
Le slide delle lectio magistrale
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Speciale Iab\Web: dalla rivoluzione del fare, alla rivoluzione ‘umana’

03/11/2010

Scienze sociali ed economiche convergono sul web. La sociologia quantitativa incontra l’estrazione di dati. Dalla combinazione di due discipline, solo in apparenza distinte, si passa allo studio del comportamento sociale degli utenti in rete. Sapendo che ormai il pc si usa più per comunicare che per calcolo. Prabhakar Raghavan, direttore generale Yahoo! Research e vice presidente Yahoo!, ha tenuto, la settimana scorsa, una lectio magistrale all’Università La Sapienza di Roma. ‘The quantitative analysis of user behavior online’, il suo titolo. Perché internet è giovane. E se fino ad oggi la sua rivoluzione è stata portare online quello che si fa off, domani parlerà ‘umano’.

Computer due volte più veloci ogni 18 mesi, 1000 volte ogni 15 anni. Informazioni disponibili real time, ovunque. E’ finita l’era del pc per scopi scientifici e militari. Oggi serve per comunicare. Di qui la volontà Yahoo! di voltare pagina, di reinventarsi. Dopo l’accordo con Microsoft per l’uso del motore Bing, ha affidato i propri ‘labs’ a un gruppo di ‘social scientists’ per studiare come le persone si comportano online, cosa attira la loro attenzione, quali sono le cose che li motivano di più.L’azienda californiana, che fattura ogni anno circa 6 miliardi e mezzo di dollari, è certa, non bastano più tecnici e programmatori per capire come progettare prodotti e servizi web.

Dalle ricerche di questo nuovo gruppo, ad esempio, la conferma che i contenuti (vedi il download di un film) risultano più interessanti e tengono la gente incollata al monitor se l’esperienza viene condivisa, deducendone che il giudizio di merito viene influenzato non solo dalle proprietà intrinseche dell’oggetto da valutare (qualità, durata di un film) ma anche dai legami esistenti con le persone che, come noi e insieme a noi, si trovano a valutare lo stesso oggetto.

Insomma, tutti gli apprezzamenti vengono, più o meno, influenzati dalle reti sociali. Anche chi chatta se contemporaneamente guarda un video in sincrono aumenta l’intensità e la condivisione dell’esperienza, allargandone la portata ben oltre il semplice scambio di informazioni. Il che comporta più motivazione e più coinvolgimento nei contenuti.

Ecco perché sullo studio dei comportamenti dell’utente online si investirà sempre di più, non tanto per misurare l’efficacia ed efficienza delle prestazioni in un compito, ma per analizzare le motivazioni, discriminando tra ciò che funziona e non. Obiettivo, fornire servizi migliori all’utente, ma soprattutto più remunerativi per aziende e provider.

Così Prabhakar Raghavan, attraverso una carrellata di esempi (gli esperimenti sul fenomeno Small Worlds, i mercati culturali artificiali, la struttura dell’influenza in Twitter, i modelli di come gli utenti vedono i risultati dei motori di ricerca, il triangolo d’attenzione, ossia dove cade l’occhio umano durante una ricerca, lo studio della giusta collocazione delle immagini, i mercati predittivi - vedi le slide della sua presentazione, che alleghiamo) ha fissato alcune idee chiave di quella che potremmo da oggi chiamare sociologia computazionale.

1. L’attuale uso dei cicli di calcolo dei computer non è destinato alla computazione, bensì alla comunicazione tra gli individui
2. Il web è un’ottimo strumento per osservare il comportamento delle persone
3. E’ necessario che si crei un rapporto fra sociologia quantitativa e datamining, ossia il processo di elaborazione di dati
4. L’informatica è in grado di creare modelli, ma non è in grado di sviluppare la comprensione sociologica degli stessi
5. Dal punto di vista accademico, queste discipline hanno un ruolo preciso: la sociologia lavora ad una scala di grandezza dei dati piccola, ma ha sviluppato una comprensione profonda dei fenomeni (così detta ‘analisi qualitativa’), l’informatica lavora ad una scala di grandezza enorme, ma con poca comprensione dei fenomeni sottesi
6. E’ auspicabile una nuova convergenza tra le scienze sociali e il massive computing, come è avvenuto nel caso della microeconomia computazionale.

E in merito al futuro del web? Raghavan non ha dubbi: "La rete è tutto sommato giovanissima, sino ad oggi, la rivoluzione è sostanzialmente consistita nel fare, e far fare, lì cose che prima già si facevano. Il futuro, invece, apre nuove prospettive. A partire dai social network, che sono probabilmente alla loro preistoria. E le conseguenze sociali ed economiche del fenomeno parlano di rivoluzione umana. Ecco perché la ricerca è destinata a saldare informatica, sociologia, economia. Per qualsiasi business, acquista crescente importanza la conoscenza approfondita dei miliardi di dati contenuti nel web, così come la tracciabilità che ogni utente lascia di sé interagendo online. Gusti, predilezioni, acquisti”.

Dal nostro corrispondente a Roma, Francesca Mautone

 

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