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Eventi: la professionalità del comparto dipende dalle agenzie. Non basta un +7%, importa il come

15/07/2010

Un mercato da 1200 milioni di euro. Atteso +7% per fine anno (fonte Comunicare Domani ), dopo il -11% della chiusura 2009, a testimonianza di come lo strumento sia sempre più poliedricamente parte delle strategie di comunicazione delle aziende. Seppur non sia ancora riuscito a sciogliere i nodi al suo interno più cruciali. L’effimerità del rapporto con il cliente (in genere ogni progetto è un diverso contratto) e dunque anche le conseguenti gare. Qui, infatti, quasi nulla si muove senza che ne venga indetta una, raggiungendo una media delle 60-70 l’anno. E mentre la pubblicità in tema è stata più abile nel divulgare una mentalità ad hoc ad aziende ed agenzie (al punto da dare a consuntivo risultati di regolamentazione incoraggianti), gli eventi ancora brancolano. E il margine si riduce del 3% (tanto che alcune agenzie non ce la fanno o, perlomeno, scricchiolano. Che fine ha fatto It’s Cool?)

Ecco perché la presa di posizione dell’omonima Consulta AssoComunicazione (rappresenta 17 agenzie di eventi, per il 15% del mercato) appare inevitabile. A partire dalla realizzazione della prima campagna di sensibilizzazione, invitando tutte le agenzie a dire basta. Una call to action per fare outing, per dire no a tempi strettissimi, ai troppi partecipanti, all’assenza di rimborso spese, alla non comunicazione dell’esito. Fino ad arrivare al pirateria delle idee. 

Ma non solo. Le considerazioni, infatti, hanno trovato quantificazione in una ricerca commissionata a CE&Co, presentando, ieri a Milano, i risultati dell’indagine svolta tra 140 aziende. Se, rispetto al passato, oggi ben l’84% degli inviti alle gare vengono rivolti ad agenzie specializzate (in passato si vedeva di tutto), molto è ancora il lavoro da fare in tema di modalità si svolgimento. Appena in un terzo delle gare viene comunicato nome e numero delle realtà coinvolte, peggiorando la situazione rispetto al 2009 (la Consulta adottò la scheda gare nel gennaio 2009) quando quasi il 40% era a ‘norma’. Va meglio sul fronte della notifica del budget. Oggi si sa nel 88% dei casi, notando come nel 2010 si tenda a ridurlo, preferendo attuare più azioni di minor prezzo (nel 2009 nel 75,8% delle gare si superavano i 100,000 euro, oggi la percentuale è scesa al 71,7%). 

Ma il dato veramente allarmante riguarda la riduzione dei margini. A fronte, infatti, dell’atteso +7% per i fatturati a fine anno, la flessione di margini raggiunge il 3%. E, si sa, la qualità di un comparto dipende molto da loro. Quali tramite per mantenere in florida salute le agenzie, garantendo la qualità che consegue all’investimento. In ricerca, creatività, talenti, innovazione e organizzazione.

 

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