Sviluppo, stabilità, sopravvivenza, rifiuto. Marche, attenzione, sono le strategie del consumatore
07/07/2010
La marca vale. Le migliori lo dimostrano anche in borsa (vedi dati ricerca BrandZ Top 100 Most Powerful Brands, a firma Millward Brown Optimor). Il che significa che dal marketing non si può prescindere. L’importante è capire come. Perché la crisi le sue colpe certamente le ha (nel 2009 investimenti in calo di oltre il 13%, con la ricerca a -12%), ma a rivoluzionare il tutto è stata la cultura. Nel senso di predisposizione, che poi si è fatta desiderio, bisogno, necessità, approccio tout court. Di questo, infatti, si tratta. Di nuove visioni in cui il consumatore vuole stare al centro, parimente responsabile del successo, o meno, delle marche.
Se ne è parlato ieri a Milano, durante l’incontro promosso da Millward Brown 'Nuove Marcature' (ascolta al microfono di youmark Massimo Nicolini, head of client service Millward Brown Italia, e Salvatore Ippolito, vicepresidente Iab Italia). L’obiettivo di qualsiasi brand oggi è la relazione con il consumatore. E sono quelli che ce l’hanno più forte a vincere. Oggi più di ieri. Anche perché, nonostante la mutata situazione economica, è provato che la scelta d’acquisto è dettata più dalla marca che dal prezzo (anche negli ultimi 12 mesi, anzi si tratta di un trend in crescita).
Insomma, non è che sia cambiato il gioco, sono saltate le regole. Identificando 4 strategie attualmente dominanti nella testa del consumatore, vero artefice del cambiamento. Sviluppo (ovvero ‘shift happens’, dunque trasformazione dei paradigmi del passato. Non più estetica ma etica, scelta di consumi consapevoli, dunque con una conseguenza positiva, anche semplicemente per sé, ricerca di significato - story teller, universo green), stabilità (nel senso di ‘vogliamoci tutti un po’ più bene’, nuova frugalità, come scelta, opportunità), sopravvivenza (i brand devono diventare dispensatori di fiducia), rifiuto.
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