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Gare pubbliche: chi ben comincia è a metà dell’opera. Che la questione sia tecnica, non politica

28/04/2010

Perché le amministrazioni pubbliche comunicano poco e male. Solo 1,4% del totale degli investimenti (quelli in comunicazione valgono l’1,5% del Pil, oggi a quota 1.500 miliardi), anche se va sottolineato come molto sfugga al conteggio, tra cui in primis le azioni delle controllate, vedi Enel, Eni e Poste, per citarne alcune, ma anche le assegnazioni dirette, per operazioni al di sotto dei 20.000 euro, i bandi inferiori ai 125.00 euro, per cui si può optare per la licitazione privata, senza dimenticare il ricorso all’’in home’, neo del nostro sistema, da debellare, in nome dell’efficacia. Eppure il futuro della Pa parla oggi più che mai di comunicazione, complice anche la paventata riforma federalista, che può avere negli strumenti del comunicare un servizio, in nome dello stesso rapporto con i cittadini. 

Già ieri abbiamo pubblicato gli elementi più salienti dell’inizio di quello che, per scelta, ha voluto definirsi, più che disegno di legge, percorso di discussione, seppure, per l’estate, intenda sfociare nella reale presentazione alle Camere. 

Insomma, all’incontro 'Gare Pubbliche: che sia la volta buona?' organizzato da AssoComunicazione, è più di tutto interessato dimostrare che si intende fare sul serio. Al punto da non accontentarsi di passare sotto mano alla politica un disegno di legge che avrebbe poi rischiato di perdersi nei meandri del Palazzo, quanto volendo puntare a coinvolgere direttamente il sistema, sensibilizzandolo alle ragioni del comparto. Che poi dovrebbero di fatto coincidere con quelle della stessa Pa, nel suo essere votata all’efficace efficienza delle scelte. 

Fatto sta che in più di un momento si è quasi corso il rischio che le agenzie da soggetti protagonisti finissero per farsi espediente di discussione politica, allargando l’osservazione ai ‘grandi temi del comunicare pubblico’. Dalla ‘liceità’ del messaggio all’opportunità di optare per un’Agenzia centrale di razionalizzazione, soprattutto in merito alla scelta della dipendenza, o meno, dagli organi di Governo. 

Invece qui la questione deve essere tecnica, non politica. E così pure l’obiettivo. Volendo aumentare la capacità della Pa di comprare bene, non in termini di solo prezzo, ma di rapporto costi-benefici, di qualità. Razionalizzando gli investimenti. Colmando anche il gap culturale che troppo spesso non permette ai funzionari di saper valutare azioni e creatività. Al punto da propendere per soluzioni ‘in house’, ma anche aumentando l’occasione per corruzione e clientelismo

Per un commento a caldo sul tema, al nostro microfono, Diego Masi, presidente AssoComunicazione, Anna Innamorati, presidente McCann Erickson, Paolo Torchetti, fondatore Brand Portal, e Gianluca Comin, Ferpi. 

Youmark, inoltre, vi propone uno stralcio degli interventi della ‘politica’. In ordine di apparizione, l’Onorevole Mario Valducci, presidente della Commissione Trasporti della Camera, il Senatore Alessio Butti (ascoltalo nell’intervista rilasciata a youmark), l’Onorevole Bruno Tabacci, Claudio Velardi, socio Fondatore Gruppo Reti, e il professore Giovanni Guzzetta, che ha redatto il testo del progetto per AssoComunicazione (ascoltalo nell’intervista rilasciata a youmark).

 

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