Nasce ideaTre60. Nel sociale la buona volontà non basta più
04/03/2010
Serve professionalità, appropriandosi di tutta l’innovazione tecnologica propria dei comparti più avanzati. Perché il terzo settore non può vivere sostenuto solo dai numeri. 250.000 i soggetti non profit presenti in Italia, 5.000 le fondazioni. Ma di questi solo pochi hanno saputo, o potuto, interpretare nel modo corretto il loro ruolo, adeguandolo ai contenuti di questo nostro secolo. Un’offerta che, invece, ha bisogno di professionalità, di potersi rivolgere a una ‘piazza’ dove attingere intelligenza. Non a caso, Fondazione Accenture, ieri a Milano, ha presentato il suo nuovo modo di guardare al sociale. IdeaTre60. Un social media, un incubatore, una piattaforma, che abilita, aggrega, accelera.
Un peccato che la tecnologia sia entrata nei nostri giochi, nelle nostre modalità di socializzazione, nei nostri sistemi di lavoro, lasciando completamente fuori il sociale. IdeaTre60 vuole recuperare il tempo perduto, con gli stakeholder, individui, aziende, università, fondazioni, associazioni, enti istituzioni, che finalmente diventano parte attiva, proponendo e condividendo idee con la community, per renderle presto realtà.
Da un lato le aziende, che in sintonia con la propria anima possono lanciare concorsi per idee finalizzate a progetti inerenti al loro percorso di corporate social responsibility, dall’altro, i giovani talenti e le organizzazioni che invece hanno le idee, ma che cercano risorse per realizzarle.
Concretizzando da subito l’operatività, con il lancio del primo concorso, che ha come partner il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, dedicato al patrimonio alimentare e alla diffusione capillare della sua conoscenza e corretto utilizzo.
Essendo altrettanto consci che per il successo la comunicazione è basilare. Come al microfono di youmark racconta Marco Minghetti, direttore responsabile ideaTre60, infatti, il sistema pensato è particolarmente articolato e tutto giocato sulla rete. A partire dalla presenza nei principali social network, tagliando i contenuti in modo ogni volta differente, così da adeguarli al contesto, arricchiti anche da blog e web tv. Ma non solo. Perché altrettanto indispensabile è collegare il tutto al reale. Il trend evolutivo dei social media lo dimostra. Non a caso, nonostante tentativi attuali di rilancio, di Second Life non si sente più quasi parlare. Non solo per il suo difficile utilizzo, ma soprattutto perché quel mondo restava chiuso in se stesso. La nuova via, invece, parla di apertura. In un costante rimando dal reale al virtuale, e viceversa. Infatti, ideaTre60 ha già in programma due barcamp. Presso il Politecnico di Milano, a metà aprile, e all’università romana di Tor Vergata, a maggio.
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