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Lorenzo Marini: parliamo di creatività come lo fa la gente. No ai tromboni, sì al cazzeggio

25/02/2010

Pensando a un programma radiofonico, itinerante, andando dove le idee nascono, in mezzo ai giovani. Puntando soprattutto sul divertimento, senza i soliti tromboni che si parlano addosso. Un programma alto e basso al tempo stesso, un po’ Arbore e un po’ Fiorello, insomma, diverso. E’ a questo che Lorenzo Marini sta pensando, archiviata l’esperienza con Vergassola nel Vasco de Gama, di Radio 2, il sabato e domenica alle 13.30. Perché per parlare di una cosa creativa come la pubblicità, c’è bisogno di creatività. 

Non a caso, lo stesso Marini, ieri a Milano, è stato relatore della Conversazione Iaa - Italy Chapter, dedicata alla creatività nella comunicazione globale. Mettendo anche il dito sulla piaga della globalizzazione, o meglio, sulla sua nuova valenza

Perché se è vero che la Coca-Cola si beve ovunque, la sua rilevanza non è altrettanto ovunque omogenea. Con le marche a sentire sempre più l’esigenza di trovare affinità con ogni territorio, mirando iniziative, prodotti e messaggi relativamente alle specificità del mercato di riferimento. Tanto che la tendenza dell’ultimo momento sembra una sorta di no alle multinazionali a tutti i costi, rivitalizzando le agenzie locali e la loro differenziazione

Un presupposto che segna anche lo sbarco della Lorenzo Marini & Associati a New York, in partnership con una realtà americana. Nel senso che l’obiettivo è coinvolgere quelle aziende italiane che lì hanno una sede e che fanno della loro italianità un presupposto da difendere. Coscienti trattasi di un micro mercato, stimato in 300 imprese, di cui un terzo nemmeno investe. Ma, comunque credendoci, tanto da avere già oggi là una sede, con dieci persone interne, in un edificio tra la Broadway e la 22esima

Al microfono di youmark Lorenzo Marini, presidente di Lorenzo Marini Associati.

 

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