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Paolo Panico, marketing manager Burger King Italia
Un'immagine del punto vendita Roma Eur all'insegna del design ‘20/20’
Un'immagine del punto vendita Roma Eur all'insegna del design ‘20/20’
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Burger King rinnova con ‘20/20’. E a McDonald's risponde con se stesso

26/11/2009

Perché è chiaro che quando in causa ci sono gli hamburger tentare qualche sorta di comparazione è naturale. Soprattutto alla luce della diversità di strategie di marketing adottate dai due brand. Burger King, infatti, sembra alzare meno la voce in comunicazione, insistendo nel rispondere con se stesso a domande sul perché. Nel senso che a parlare sono soprattutto i suoi punti distintivi, definiti quali arma per vincere la competizione. In occasione del lancio italiano, ieri a Roma con l’apertura di Roma Eur, del nuovo concept dei ristoranti, all’insegna del così detto design ‘20/20’ (un mix tra classico e contemporaneo, già fatto proprio da oltre 60 punti vendita nel mondo. A Miami, Città del Messico, Edinburgo e Shanghai. E altri 75 si adegueranno entro la fine del 2010) youmark ha intervistato Paolo Panico, marketing manager Burger King Italia.

Inaugurate il nuovo punto vendita dell’Eur. Tra l’altro occasione per presentare il nuovo design 20/20 della catena. Su che basi poggia la nuova immagine, si tratta di una ristrutturazione che coinvolgerà tutti i punti vendita italiani?

“In linea con la continua crescita e il rafforzamento del brand a livello mondiale, il nuovo design dei ristoranti esemplifica la nostra visione del futuro del brand e rinforza l’obiettivo di offrire prodotti superiori e un’esperienza positiva per la nostra clientela. Burger King è da tempo una destinazione legata alla cottura degli hamburger grigliati alla fiamma e il nuovo design ‘20/20’ porta questo tratto distintivo un passo oltre, creando un ambiente memorabile e facendo leva sulle caratteristiche specifiche del marchio. Tutti i ristoranti che apriranno d’ora in avanti avranno la nuova immagine".
 
Ci racconta il valore della vostra azienda. Quanto ammonta il fatturato nel mondo? E in Italia, che ruolo ha il nostro paese nel vostro business e quanti i punti vendita oggi esistenti?
“L’Italia è uno dei paesi con il maggiore potenziale di crescita all’interno della regione Emea. Nel nostro paese oggi contiamo oggi 58 sedi, 55 delle quali gestite a regime di franchising e 3 di proprietà. Sono state 16 le aperture nell’anno fiscale 2009 (chiuso lo scorso 30 giugno), che sommate alle 10 dell’anno precedente, hanno fatto rilevare una crescita globale del 60%”. 

Mitica la rivalità con McDonald's, come, tra l’altro, dimostra questa comunicazione comparativa uscita a fine anno scorso. Quali sono le differenze che volete fare emergere. Ma il vostro cliente è anche quello Mc Donald's, in nome dell’amore per l’hamburger, oppure chi sceglie voi non andrebbe mai dal concorrente?
"Puntiamo molto sui nostri punti di forza distintivi che sono la migliore qualità, il gusto superiore dato dalla cottura alla griglia, una forte personalità e il ‘brand’a garanzia. La capacità di reinterpretare il tradizionale cibo americano. L’opportunità di riempire uno spazio nel mercato tradizionalmente associato alla ‘ristorazione informale’, oltreché hamburger ad elevato valore aggiunto, per porzioni. Innovazione”.

Quali sono gli obiettivi di sviluppo nel nostro paese?
“Siamo arrivati tardi in Italia, ma l’Italia è un paese chiave per la nostra Compagnia. Pensiamo che qui ci sia uno straordinario potenziale di crescita per il nostro Brand”.

E la comunicazione, a memoria,  l’ultima campagna è stata quella di Bacon Caesar Steakhouse, a firma Publicis Dialog? Quali le prossime mosse?
“E’ tuttora in corso la promozione Bacon Caesar Steakhouse, l’hamburger grigliato alla fiamma con salsa Caesar, croccante cipolla fritta, lattuga, pomodoro, bacon e, per la prima volta, con l’aggiunta di un pezzo di gusto italiano, Grana Padano Dop’. 

Perché la sensazione è che per far parlare di sé ci metta più impegno McDonald's?
“Quello che sappiamo è che i nostri punti di forza distintivi sono la migliore qualità, il gusto superiore dato dalla cottura alla griglia, una forte personalità e il ‘brand’a garanzia. La capacità di reinterpretare il tradizionale cibo americano. L’opportunità di riempire uno spazio nel mercato tradizionalmente associato alla ‘ristorazione informale’”.

A proposito di media, come si compone la vostra torta degli investimenti, in quali credete oggi maggiormente e che ritorni vi aspettate da una campagna?
“Negli ultimi anni abbiamo concentrato i nostri sforzi sulla radio nazionale. Che attualmente ci sta dando moltissime soddisfazioni in termini di crescita di brand awareness e di traffico nei ristoranti”.

 

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