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Ferrara/ InSinkErator: l’'ignoranza’ non ci permette di comunicare

02/10/2009

Intendendo il termine nel suo senso più nobile, ossia non conoscenza. Perché fino a che non cambieranno cultura e regolamentazione, qualsiasi budget speso in comunicazione sarebbe buttato. Ma l’intento, qui, non è di entrare nel merito della normativa. Quanto di far sapere come può succedere che prodotti con un mercato più che florido all’estero (negli Usa il 50% delle case ce l’ha, il 90% di quelle nuove), in Italia siano vissuti al negativo, al punto da ostacolarne la diffusione, rendendoli al limite del legale. E’ il caso dei dissipatori di rifiuti alimentari a marchio InSinkErator - Emerson. Praticamente dispositivi da installare sotto il lavello, che all’occorrenza vengono azionati permettendo la frantumazione di ogni rifiuto alimentare (sembra che rappresentino almeno il 20% del totale rifiuti domestici) . La ragione sta nella tutela dell’ambiente, con particolare riferimento alle acque. Ma l’azienda insiste nel contrario, visto che i cibi trattati con questi dissipatori pare possano essere utilizzati per produrre fanghi di depurazione o biogas. Dunque, possano essere trasformati in fonte di energia e fertilizzanti. Senza parlare dell’igiene. Pensate solo a quello che succede ai vostri sacchetti della spazzatura durante la stagione estiva. 

Al microfono di youmark Joe Ferrara, managing director inSinkErator.

 

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