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Lo spot Ikea del 2005 portato a esempio da De Michelis per dimostrare l'efficacia dell'idea. Firmato Publicis Milano, ha vinto tra l'altro una medaglia d'oro all'Epica ed è entrato in short list ai Cannes Lions


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Lo spot Bic del 2000 portato a esempio da De Michelis per dimostrare l'efficacia dell'idea. Firmato BDDP@TBWA France, ha vinto tra l'altro un Leone d'oro ai Cannes Lions, il Grand Prix al Cresta e l'Epica d'Or
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Ferrero De Michelis/Forchets: se ve lo dice Mina, comprate quella pasta?

01/07/2009

Soprattutto, siete magari disposti a pagarla di più? E l’allusione è più che esplicita, servendo all’intervento per mettere il dito sulla piaga di una pubblicità che cerca espedienti, perché carente d’idee. E che costa troppo. Imputando poi a conto economico 1 milione di produzione, di cui 700.000 euro per il testimonial, contro i 250.000 che spettano all’agenzia e i 100.000 al centro media. E non insorga chi sa, come si dice, che la citata Mina si è offerta gratis in onore dell’amicizia ai Barilla, non è che un esempio per rendere il senso. Di una comunicazione che nonostante la crisi deve far vendere, rendendo indispensabile la marca in un momento in cui il diminuito potere d’acquisto taglia il superfluo. Riportando performance e prodotto al centro, ma con la forza di un’idea. Dunque con la creatività. Fabrizio Ferrero De Michelis, presidente Forchets, al microfono di youmark. Nominando, perché da dimenticare, anche la spada laser vista in una stazione metro per raccontare un telefonino ultrasottile. 

Il suo intervento ha concluso la mattinata, ieri a Milano, di presentazione del rapporto ‘Comunicare Domani 2009’ a firma AssoComunicazione, distogliendo la mente dal quantitativo, per concentrare il pensiero su una qualità creativa capace di fare la differenza. Tanto più quando i budget si riducono e gli ‘effetti speciali’ appaiono fumo negli occhi. Indesiderate esagerazioni che amplificano il disagio di una società colpita dal diminuito potere d’acquisto, a cui non fa bene lo spreco. Che diventa negativo anche per la marca. Oggi più che mai tesa a divenire necessaria, evitando il rischio di finire nei tagli del superfluo. Invocando il ritorno all’idea, alla creatività. 

Emarginando un sistema che ha nella centralità dello spot tv il suo punto di partenza e arrivo. Il piccolo schermo, infatti, non può essere ‘bene rifugio’ per tutti e la sua efficacia è proporzionale al valore dell’investimento. Altrimenti è suicidio
. L’idea, infatti, deve nascere multimediale, con messaggi appropriati ai singoli mezzi. Per creare impatto, emozione, riflessione, informazione, stimolo all’azione. E nessun media da solo ci riesce. 

Perché persino su internet c’è da ridere. Puntando il dito sui creativi web. La superiorità, infatti, è ancora della creatività classica, l’unica ad oggi capace di portare contributo alla nascita dell’idea.


 

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