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Leonardo Frescobaldi: sedotti dal web, non dall'adv. Questione di esperienza

12/06/2009

Che in rete diventa virtuale, ma pur sempre esiste. In un'ottica di approccio personale con il consumatore, accompagnato per mano a scoprire le virtù del prodotto. Lontani dai budget che consentono di presidiare stampa e tv. Certi che qui il percorso di comunicazione debba essere un altro. Confortati dai dati di una recente ricerca Ispo a conferma del valore della qualità. Facendo i conti con la crisi, convinti però che la via migliore per superarla sia quella degli investimenti. Al microfono di youmark Leonardo Frescobaldi, presidente Marchesi de' Frescobaldi.

Più che la voglia di scoprire l'ignoto, il bisogno di conferme. Si spiega così la ricerca 'Il vino in tempo di crisi' commissionata dalla Marchesi de' Frescobaldi all'istituto di ricerche Ispo. I risultati non ci sorprendono. La tendenza prevalente dei consumatori, ad esempio, è quella di risparmiare, riducendo soprattutto la quantità dei prodotti, senza per questo però rinunciare alla qualità. E per quanto riguarda il vino, circa i due terzi degli intervistati preferisce acquistarne meno, ma della stessa qualità rispetto al passato.

Un dato confortante per l'azienda toscana che opera nel campo vitivinicolo da 700 anni. Un dato da cui però oggi bisogna ripartire per presidiare il futuro. Tenendo conto che a fine 2008, per la prima volta, il Gruppo Frecobaldi ha registrato una flessione nel fatturato rispetto all'anno precedente (da 68,6 milioni a 66,4). Certo,  margini di crescita esistono ancora, a iniziare dal canale Gdo, oggi presidiato solo per il 19% rispetto al 47% rappresentato dal canale mescita. Per passare al target giovane, che va 'educato'. Il rischio altrimenti è di perdere estimatori per strada, essendo passati qui in Italia da un consumo pro capite (litri/abitante) di 61,5 del '90 a 47,5 del 2005. Con prudenza, però, perché il vino ha una natura tutta sua e quello che vale come logiche di marketing e comunicazione per i super alcolici qui non risulta vincente.

Convinti però che si debba continuare a investire sul trade e sul consumatore per l'affermazione dei brand. Così come sull'immagine del marchio e sulla qualità globale, mantenendo un corretto rapporto con il prezzo. Perché, come racconta l'amministratore delegato Giovanni Geddes da Filicaja, le aziende che hanno investito nel marketing e nelle vendite in occasione delle precedenti recessioni, sono quelle cresciute maggiormente nei cinque anni successivi.

 

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