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De Martini/Red Cell: più il processo è difficile, più serve l’agenzia

13/05/2009

Intesa come consulente. Capace di offrire al cliente un disegno complessivo e articolato, ben oltre il riempire dei media con una buona creatività. E in tal senso l’integrazione non è più elemento posizionante, ma abc. Con la sfida dei modi a fare la differenza. Perché il web è già realtà acquisita da tempo. Dovendosi concentrare su un ragionamento double fax. Da un lato la comunicazione che parte dall’azienda, dalla marca, dall’altro i contributi delle persone. Al microfono di youmark Alberto De Martini, ad Red Cell, con il quale commentiamo anche i suoi primi cinque anni in Wpp. 

Un bilancio più che positivo. Da dire ‘lo rifarei’. Seppur l’iniziale approccio non sia stato dei più semplici. Nel senso di responsabilità assunta. Trovandosi a gestire Red Cell, Bates e il parto di 1861united. Tra l’altro in un periodo in cui la sorte non sorrideva. Dovendo citare l’ammanco di un budget come Alfa Romeo, tra le lacrime lasciate sul campo. 

Ma l’arrivo, insomma l'oggi, plaude all’impegno. Tanto che con orgoglio si sbandiera il ‘primo posto in provincia’. Con un senso tutt’altro che ironico. Perché Red Cell sa badare a se stessa, potendo contare su clienti italiani, o su multinazionali con una certa autonomia decisionale nel nostro paese. Tanto che, ove necessario, esporta lavoro  all'estero, interagendo con le altre agenzie del gruppo. 

Collaborazione a cui le sigle Wpp sono abituate. Tanto è vero che nel 2005, in occasione di una gara indetta da Fiat, fu proprio De Martini a essere scelto per presentare le campagne realizzate dalle diverse agenzie del gruppo a Martin Sorrel, a Torino, in vista dell'incontro con Sergio Marchionne.

 

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