La comunicazione ha il suo contratto. Ma c’è chi non lo sa
06/05/2009
E a giudicare dal numero di soggetti che ne fanno ricorso, appena il 30% delle oltre 200 realtà iscritte ad Assolombarda (per citare un dato certo in quanto inerente all'associazione) gli ignavi non sono poi pochi. Pensare che l’obiettivo è stato quello di offrire a questo mondo una normativa ad hoc. Partendo dalla descrizione degli specifici ruoli ad esso inerenti. Perché un account è diverso da un copy e l’advertising dalle rp. Con la flessibilità a richiedere deroga agli straordinari e la formazione a diventare apprendistato professionalizzante. Focalizzandosi su percorsi già definiti a priori, da un minimo di 6 mesi a un massimo di 5 anni, con sgravi contributivi del 30% per le aziende e la garanzia di responsabilità, oltre che di assunzione, per i neolaureati. Insomma, il generico contratto 'commercio' cui si fa nella maggior parte dei casi riferimento non può certo bastare.
In occasione del recente secondo rinnovo, datato gennaio 2009, i responsabili del Gruppo Merceologico Servizi per la Comunicazione d'Impresa di Assolombarda hanno incontrato ieri a Milano la stampa. Al microfono di youmark Andrea Forti, vicepresidente, e Adriana Mavellia, presidente, alla quale abbiamo chiesto di anticiparci le novità della VII giornata della comunicazione d’impresa, al via il prossimo 13 maggio.
Ricordando che la nascita del contratto risale al 1998, ma che è al secondo rinnovo, 4 anni dopo, che si deve il lavoro di dettaglio, entrando nel merito delle singole specializzazioni. In ogni caso, una storia che da subito non affascinò le realtà della comunicazione. Al punto che la prima reazione fu addirittura di abbandonare Assolombarda, passando dalle 103 realtà degli esordi nel 1999 alle 80 del 2000. Per dire che, nonostante oggi la maggior parte dei grandi gruppi faccia riferimento ad esso per regolamentare i suoi rapporti di lavoro, per molti resta ancora sconosciuto. Se non addirittura temuto, quasi che significasse aprire le porte al ‘sindacalese’. Dimenticando come la voce ‘personale’ sia per queste realtà una componente di bilancio prioritaria, arrivando a coprire sino al 70% dei costi iscritti.
Ma andiamo al sodo. Il contratto è stato siglato d’intesa con le organizzazioni sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil. I lavoratori sono inquadrati in un unico sistema di classificazione articolato su 6 gruppi professionali e 8 livelli retributivi, ai quali si aggiungono i quadri. La stessa classificazione viene declinata in esemplificazioni generali e specifiche per i diversi comparti. Advertising, promozione, merchandising e organizzazione eventi, centri media, rp, dm/crm, web agency, ricerche di mercato, attenendo alle professionalità ‘tipiche’ delle aziende della comunicazione. Account, copywriter, art director, media planner, media buiyng, tv producer, art buyer, web designer, web consultant, web content designer, field planner, research executive e molte altre.
Il contratto prevede anche una serie di articoli che consolidano il dialogo concertativo e il sistema delle informazioni con i sindacati. Sono state aggiornate e condivise, ad esempio, le modalità di ricorso ai contratti a termine e, in modo particolare, è stato reso pienamente fruibile lo strumento dell’apprendistato professionalizzante. Che, come sopra detto, attraverso un sistema misto di formazione e attività pratiche, intende favorire l’accesso dei giovani attraverso specifici percorsi formativi.
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