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Fanfani/TBWA\Italia: sei capace di mettere in discussione l’esistente?

21/04/2009

E’ questa la domanda che vuole solleticare il ciclo di seminari di formazione interna voluto da TBWA\Italia per dare concretezza al concetto di ‘disruption al lavoro’. Trasversalmente. Si tratta, infatti, di una serie di incontri a cadenza mensile con personaggi di spicco in diverse discipline, che hanno in comune la capacità di immaginare percorsi non convenzionali, avendo in qualche modo cambiato le regole nel proprio ambito di competenza. Obiettivo, insegnare, informare, contaminare, incuriosire. Perché prima o poi la crisi passa. Ma le idee no. Come ha fatto intendere Marco Fanfani, ceo TBWA\Italia, al microfono di youmark. 

A inaugurare, ieri presso la sede TBWA\Italia di Milano, Giorgio Gori, parlando di creatività in televisione. Argomento che, stando alla partecipazione, ha coinvolto non poco. Soprattutto perché affrontato dall’esperienza di chi nel suo campo ha scelto di rischiare, ripartendo anche da zero, rimettendosi in gioco. Totalmente. In prima persona. Nota a tutti, infatti, la storia professionale di Gori. Oggi ad della casa di produzione Magnolia da lui fondata. 

Per intenderci quella che firma programmi come l’Isola dei Famosi e X Factor, la cui finale la scorsa domenica, per la prima volta su Rai Uno, anziché Rai Due, ha visto vincere Matteo Beccucci, distanziando di soli 16 punti i 'The Bastard Sons of Dioniso'. Raggiungendo il record di audience con 4 milioni 437mila telespettatori, pari al 22.76% di share, contro il 14% in media raggiunto dalle altre puntate di questa edizione che, comunque, superavano quella precedente, incrementando del 28% il 10.95% di share 2008. Oltretutto arrivando a contare ben 18 milioni di pagine viste nel relativo sito. 

Gori è anche senior vice president light entertainmet Zodiak Entertainment, società del Gruppo De Agostini nata a fine 2008 e operante a livello globale nella produzione e distribuzione di contenuti per la televisione, raggruppando alcune fra le maggiori realtà esistenti, tra cui Magnolia, Marathon Group, e Zodiak Television, dopo un trascorso in Mediaset a fianco di Silvio Berlusconi sino al 1993. Dal ’93 al '97 come direttore di Canale 5, dal ’97 al ’99 di Italia 1, gli anni di programmi come le Iene, la Gialappa's, Matricole, Amici, Zelig. Per approdare nuovamente a Canale 5, che lascia dopo il successo ottenuto con la prima edizione del Grande fratello, nel 2001, fondando Magnolia. 

Del racconto della ‘sua televisione’ colpisce la passione per l’idea, per l’intuizione creativa, ma altrettanto per la cura dell’esecuzione, del dettaglio. Essendosi lasciato emotivamente assorbire dai programmi, diventandone parte, volendone cogliere gli aspetti ‘caldi’, oltre i numeri dell’amministrazione. Inventando un nuovo modo di fare tv. Che oggi pensa già multipiattaforma. Ma che lo fece  anche agli esordi. Con trasmissioni che si fanno palinsesto, allargando a tutto. Sino al prime time, alla diretta 24 ore su 24, al web, all’interazione. 

Senza dimenticare che, nonostante l’Italia sia un mercato della domanda, più che dell’offerta, programmi coma l’Isola dei Famosi devono a Gori la determinante trasformazione, cambiando l’internazionale Survival (ripresa in diretta di un gruppo di sconosciuti naufraghi, senza collegamento con lo studio, né competizione) a favore di un intrattenimento vip, che coinvolge tutti nell’espediente del gioco, di una gara in cui si vota chi vince. E in cui le sorprese non sono ancora finite. Tanto che, come dallo stesso Gori annunciato, lo spostamento del terzo X Factor all’autunno sarebbe per avere più tempo per ripensare all’Isola, posticipata a primavera. 

Continuando a credere nella necessità che l’Italia si faccia produttrice di palinsesti da esportare. Al punto da avere a Londra un gruppo creativo internazionale dedicato allo scopo, perché lì c’è tutela legale e per la lingua. Sorridendo al ricordo della frase di Antonio Ricci - tra l'altro patron di Striscia la Notizia - quando sostiene che da noi perché un’idea abbia successo devi prima andare all’estero e poi dire che l’idea l’hai avuta lì. Ma sottolineando pure il ruolo basilare del committente, perché senza la libertà di pensiero di Antonio Marano, direttore Rai Due, nulla sarebbe potuto succedere

In quanto a tendenze, infine, per ora di sicuro c’è il ritorno all’intrattenimento, vuoi anche perché costa meno della fiction (peraltro comparto in cui Magonolia sta mettendo il naso), con i reality che, dati per morti, sono assurti a nuova e più gloriosa vita. Prediligendo lui i talent show e definendo i nuovi a sfondo sociale, in voga negli Usa, un modo per lavarsi la coscienza. Fresco di riflessione, visto che, proprio ieri, gliene era stato sottoposto uno.

 

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